La voce degli spalti 2012 / 02 – Catania-Napoli 0-0 Un pareggio che sa di impresa

Torna il caldo in Sicilia, proprio la domenica in cui i rossazzurri di Maran ospitano il Napoli. Temperature elevatissime per la prima partita pomeridiana al “Massimino” per questa stagione; lo stadio si riempie molto lentamente, la maggior parte degli spettatori preferisce restare all’ombra o nei bar piuttosto che accomodarsi con anticipo negli assolati gradoni.

Discreta la cornice di pubblico; la Curva Nord è come sempre piena, ma uno dei gruppi ultras portanti si stacca dal settore centrale per spostarsi nell’anello superiore. Ne risulta una curva spaccata in due, con un vuoto nel cuore del tifo e cori che partono da parti diverse, finendo per mescolarsi. Non si sa quali siano le esatte ragioni della divisione, ma in tanti auspicano un chiarimento affinché possa tornare il tifo di sempre.

Buono invece l’incitamento della Sud, malgrado gli ultras entrino davvero all’ultimo istante prima del fischio d’inizio. Parecchi i tifosi partenopei al seguito, sparsi un po’ ovunque nello stadio e con alcune centinaia posizionate nel settore ospiti. In totale sono circa 15 mila gli spettatori (di cui 8711 abbonati, dato finale della campagna abbonamenti).

Inizia la gara ed arriva subito il colpo di scena. Alvarez dopo 90 secondi sbaglia uno stop e commette fallo da ultimo uomo su Cavani: cartellino rosso e Catania in 10 per tutta la gara. Sugli spalti è un conciliabolo generale, tra chi dice che l’espulsione ci stava e chi se la prende con l’arbitro; alla fine il solito tifoso munito di radiolina mette tutti d’accordo: “Carusi, a “Tutto il calcio” dicono che era espulsione netta, quindi stativi muti e taliativi a pattita!”.

La gara si infiamma, il pubblico sprona i rossazzurri e si schiera contro l’arbitro Bergonzi, soprattutto dopo un paio di decisioni inspiegabili ai danni del Catania. Il Napoli, come ovvio, fa la partita e gestisce il possesso palla. Gli etnei si limitano a coprire e provare le ripartenze, ma il caldo sicuramente non facilita le cose. Cavani e Pandev provano a cambiare il risultato, ma l’occasione più ghiotta del primo tempo ce l’ha Spolli, che di testa non riesce a spedire in porta.

Si va al riposo sullo 0-0. “Mbare, o’ ‘ccattamuni na bacinella d’acqua ca squagghiai!”, “Stu scunchiurutu di Bergonzi appizzau na pattita!”, “Ma senti, cchi fa ci calamu a Plaia dopo?”: solite chiacchiere da stadio, solita “liscìa” catanese che condisce la domenica sportiva a suon di battute e frasi improbabili.

Inizia il secondo tempo con Maran che getta nella mischia Izco al posto di un abulico Biagianti: “Finammenti ‘u capiu Maran… IZZICO, cerca di curriri comu a n’pazzu!”. La partita resta simile al primo tempo, con il Napoli che fa girare la palla ed il Catania che si difende; il cronometro scorre e questo pareggio ha il gusto dell’impresa.

La Curva Nord intanto ricorda il gemellaggio con i napoletani con uno striscione: “Rispetto e mentalità tengono unite queste città”. Poco dopo viene esposta un’altra scritta: “Scendete dal palco, calate il sipario. Da oggi si cambia scenario. Ultras Liberi”.

In campo Mazzarri le prova tutte, schierando addirittura quattro punte. Ma non c’è niente da fare, anzi alla fine è il Catania a sfiorare il colpaccio: Gomez ruba il tempo a Cannavaro e calcia a botta sicura… miracolo di De Sanctis! Siamo all’88’ e tutto il pubblico si alza in piedi, la Nord è una bolgia. Passa un minuto e Gomez ha un’altra chance: controllo di destro, tiro a giro, palo!!! Sarebbe crollato lo stadio!

Alla fine è un ottimo pareggio, i rossazzurri escono dal campo tra applausi scroscianti. “E comunque acchiappammu 1 puntu su Milan e Inter…” ricorda quello di prima, che nel frattempo recita i risultati ai vicini di posto.

Si esce dallo stadio soddisfatti, rammentando che già mercoledì sera ci si rivedrà, in occasione del turno infrasettimanale contro l’Atalanta. E allora, a mercoledì!

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