Ritorna “Report” su RaiTre

Il cosiddetto FAS, Fondo per le Aree Sottoutilizzate, è stato istituito con la legge 27 dicembre 2002, n.289 (Legge finanziaria per il 2003) e modificato con la legge 27 dicembre 2006, n,296 (Legge finanziaria per  il 2007). E’ lo strumento di finanziamento delle politiche di sviluppo per le aree sottoutilizzate del Paese, con risorse nazionali che si aggiungono a quelle ordinarie e a quelle comunitarie e nazionali di cofinanziamento.
In particolare, secondo la legge 24 dicembre 2007, n.244 (Legge finanziaria per il 2008), a partire dal 2010 e fino al 2015 c’è la piena e immediata impegnabilità delle risorse stesse fin dal primo anno.

Il FAS è una cassaforte di oltre 50 miliardi di euro (oltre 95 mila miliardi di Lire): l’85% va al sud, il resto al centro nord. Con l’avvento della crisi, il governo ha cominciato a usare questa cassaforte (come un salvadanaio da svuotare) per le ricostruzioni dopo il terremoto in Abruzzo, per tappare i buchi di bilancio delle amministrazioni di Roma, Catania e Palermo, per pagare gli ammortizzatori sociali, per l’emergenza rifiuti e per la proroga della rottamazione dei frigoriferi, per le multe delle quote latte e, soprattutto, per il G8 al centro delle cronache per l’inchiesta ”Grandi Appalti”.

Persino il ponte sullo stretto, benché il governo abbia detto che non costerà nulla allo Stato, sarà destinatario del FAS: un miliardo e trecento milioni sono stati appena destinati per le opere propedeutiche, e altri 4 miliardi finiranno in Sicilia nei prossimi anni. Per evitare che finiscano nelle mani della criminalità organizzata è stato però istituito il protocollo di legalità.

Ecco di cosa si parlerà nell’inchiesta principale della puntata di “Report” su RaiTre domenica prossima, 14 marzo, alle 21.30: riprende infatti la seguitissima trasmissione di reportage che approfondisce temi trattati superficialmente da tanti media.

Cos’è il FAS, come funziona il fondo, le modalità con cui vengono spesi i fondi arrivati fino ad ora in Sicilia: a “Report” domenica prossima.

Gregorio Celi

Torna in alto