Catania aderisce al protocollo di legalità "Carlo Alberto Dalla Chiesa"

Con una delibera della giunta comunale, Catania ha aderito al “Protocollo di legalità Carlo Alberto Dalla Chiesa”, uno strumento che assicura azione di prevenzione, sicurezza, trasparenza amministrativa alle possibili infiltrazioni mafiosa sugli appalti di servizi o di forniture.

Si tratta di un Accordo di Programma Quadro stipulato tra i Ministeri dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze, la Regione Siciliana, le nove Prefetture della Sicilia, Inail e Inps per assicurare la massima legalità nell’affidamento di forniture e agevolazioni pubbliche, concessione di contributi e finanziamenti.

Il protocollo nasce originariamente dalla legge regionale n. 5 del 2011 che fece sue le previsioni del Codice Antimafia e Anticorruzione della Pubblica Amministrazione. Il network istituzionale creato con il protocollo darà la possibilità al Comune di inserire clausole di autotutela nei bandi di gara, prevenendo fenomeni di devianza dai principi della concorrenza con la possibilità di sospendere le procedure di gara sia prima che dopo le offerte.

“Abbiamo aderito al Protocollo di legalità – ha detto Stancanelli – perchè riteniamo si tratti di un ulteriore valido strumento che, da un lato, assicura la massima trasparenza sull’operato dell’Ente e sulle procedure che lo hanno determinato e, dall’altro, assicura al Comune delle collaborazioni scevre da qualsiasi vicinanza pericolosa e criminale. A beneficiarne sarà l’intera collettività che godrà di servizi ben fatti e effettuati nei tempi concordati nel contratto d’appalto”.

Nel caso in cui in un appalto la Prefettura rilevi tentativi di infiltrazione mafiosa, questo viene sospeso. Gli accertamenti preliminari sulle imprese decorso il termine di 45 giorni dalla richiesta saranno svolti dagli uffici territoriali della Regione Siciliana. Una serie di clausole di autotutela sono state previste dalla Regione Siciliana nei bandi di gara per contrastare anche i tentativi di turbativa d’asta. La violazione di tali clausole comporterà per le imprese il divieto di partecipazione per un anno alle gare bandite in tutto il territorio siciliano.

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