A perpetuare il vivo ricordo di Giuseppe Andolfo, lo scenografo e costumista catanese scomparso appena lo scorso 2 luglio, saranno le sue opere, come la produzione del Teatro Stabile di Catania “Quei ragazzi di Regalpetra” di Savatteri/Pirrotta, ultimo allestimento da lui firmato per la cavea del Teatro Greco Romano, o il collaudato musical La Baronessa di Carini, opera cult di Tony Cucchiara, di cui Andolfo ha curato i costumi.
Lo spettacolo approda dal 12 luglio al Cortile Platamone, l’altro sito “en plein air” in cui lo Stabile etneo allestisce la ricca programmazione estiva. La regia è di Angelo Tosto, mentre le scene sono di Salvo Manciagli. Nel ruolo della Baronessa di Carini c’è la figlia dell’autore, Annalisa Cucchiara, al suo fianco Graziano Galatone, che interpreta Ludovico Vernagallo, e lo stesso Tosto nei panni di Don Cesare Lanza di Trabìa. In scene con loro ben 14 attori, tra cantanti e ballerini.
Se una storia deve essere coinvolgente, fantasiosa, piena d’amore, di odio, di colpi di scena ora drammatici, ora comici, quella di Donna Laura di Carini è una grande storia, che affonda le radici in tradizioni, usi e costumi della storia isolana. Come se non bastasse l’appassionante intreccio del racconto, Tony Cucchiara, versatile e geniale autore, ha concepito bellissime musiche, frutto di uno dei momenti più prolifici dell’autore agrigentino.
Quella di Laura e di Ludovico Vernagallo è, come tutte le grandi storie d’amore, travolgente, ma la leggenda dei due amanti ha sfidato i secoli soprattutto in virtù della sanguinaria conclusione che induce il padre di lei, il Barone Cesare Lanza, a diventare il carnefice della propria figlia.
Il musical “La Baronessa di Carini” vede la luce dei riflettori nel 1980 al Teatro Stabile di Catania, con la regia di Giuseppe Di Martino e la partecipazione di attori come Tuccio Musumeci, Pippo Pattavina, Anna Malvica, Leonardo Marino, Miko Magistro, lo stesso Autore, nei panni del Cantastorie e tanti altri artisti fra cui ancora Angelo Tosto. Nato sull’onda del successo di “Pipino il breve”, lo spettacolo non riscuote inizialmente lo stesso entusiasmo.
Dopo qualche stagione, Cucchiara lo rimette in scena per le platee estive, rimontato in maniera differente ed è subito un grande successo. Le repliche si susseguiranno per anni e in svariate edizioni.
“Anche in questo caso – sottolinea Angelo Tosto – ho avuto il piacere di essere uno degli artefici dello spettacolo. Oggi, soprattutto alla luce dei vasti consensi ottenuti da “Don Chisciotto di Girgenti” e “Caino e Abele”, altri capolavori di “Tony”, da me diretti e interpretati, torno molto volentieri a rivisitare la vicenda di Donna Laura, alla quale sono fortemente legato, incoraggiato anche della fiducia che Tony Cucchiara ha riposto in me”.