Catania-Palermo: due mesi dopo

A due mesi esatti dagli scontri del Cibali, pubblichiamo la testimonianza di un tifoso della Curva Nord.
La Gazzetta dello Sport, nel resoconto della serata del 2 febbraio, “racconta” che alle 15.30 «la situazione fuori e dentro lo stadio è tranquilla.» All’ingresso della Curva Nord, la situazione però è tutt’altro che tranquilla. La folla delle persone con e senza biglietto inizia ad aumentare fino a raggiungere un numero che i pochi ingressi non riescono a smaltire. Alle 16.30 i tifosi senza biglietto tentano di forzare il blocco e in risposta le forze di polizia iniziano un’inutile carica (con l’aiuto dei manganelli) per respingere la folla. Rientrati ai propri posti, forze dell’ordine e security non riescono più a controllare chi entra: in breve tempo sono costretti ad aprire l’ingresso a tutti.

All’interno, non cambia molto dal solito spettacolo: fumogeni e bombe carta, come sempre. In più ci sono solo i fuochi artificiali. Al momento dell’entrata dei tifosi del Palermo, inizia un fitto lancio all’interno di fumogeni da parte dei tifosi di casa. Durante questa serie di lanci, da fuori arrivano almeno tre lacrimogeni: uno finisce al centro del secondo anello della Curva Nord, uno sulla pista di atletica e un altro sotto il primo anello, causando la fuga di tutti i tifosi, che rientrano poco dopo. Il motivo del lancio dei lacrimogeni in Curva è un mistero: all’interno non è scoppiata nessuna rissa, né le tifoserie avversarie sono venute a contatto. Fuori, intanto, chi può si allontana; chi rimane rischia di subire altre cariche della polizia. E intanto, si può assistere all’indecoroso spettacolo di bambini con le sciarpe sul volto che bersagliano di pietre un gruppo di poliziotti in via Beccaria, che rimangono fermi a difendersi senza poter rispondere.

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