Le differenze quotidiane Ancora occhi puntati sull'Art.18

Altra settimana concitata quella appena trascorsa; la riforma del lavoro ha quasi interamente occupato i principali quotidiani e la vicenda non sembra potersi concludere senza forti polemiche. La morte del sergente italiano in Afghanistan ha rappresentato l’altro episodio cardine.

La Repubblica
Le prime pagine del quotidiano di Ezio Mauro sono dedicate all’uccisione del sergente Silvestri; l’attacco in questione ha anche provocato il ferimento di altri cinque militari italiani e le tensioni nella regione sembrano ancora forti per un ritiro senza particolari ostacoli. Nelle pagine seguenti si torna sulla riforma del lavoro, con Monti che si dice fermo sul testo e lo scontro Fornero – Cigl sempre meno pacato. Dopo qualche articolo che descrive le vicende parlamentari proprio a seguito dello scontro tra le parti sociali, il giornale ci propone un interessante quanto preoccupante dossier sulla situazione dei precari italiani. In fine si parla della visita del Papa in Messico.

Il Corriere della Sera
La struttura è del tutto simile a quella di Repubblica, con la vicenda afghana in primo piano e la questione lavoro a seguire. Un articolo piuttosto interessante è quello a pagina 9 dove vengono mostrateci le “anime del governo tecnico”, con le disgregazioni tra laici, cattolici, laburisti, liberal e trasversali all’interno dell’ esecutivo guidato da Monti; insediatosi all’insegna del tecnicismo, dopo “le tensioni sul lavoro fa emergere le divisioni al suo interno”.

Lo sguardo estero
Con un imponente articolo su Reuters, Paul Carrel parla di come l’arrivo di Mario Draghi alla Bce abbia cambiato il volto dell’istituzione stessa: resistendo alle pressioni tedesche, Draghi sta rendendo “il ruolo della Bce sempre più simile a quello della Federal Reserve statunitense e della Banca d’Inghilterra”.
Dalla Germania, nel prestigioso Der Spiegel, Schlamp presenta la quasi paradossale situazione politica e sociale del nostro paese, che “apprezza sempre di più un esecutivo non eletto e si fida sempre meno di un parlamento eletto”.

Questa settiman abbiamo deciso di concentrarci sui due principali quotidiani nazionali e dare più spazio agli articoli esteri che ci riguardano.

Le parole del premier Monti, pur accompagnante da una rassicurante fermezza, lasciano comprensibilmente preoccupati lavoratori e sindacati, che si percepiscono sempre di più le vittime di una crisi della quale non si sentono responsabili.
Molti esperti economici e politici si stanno pronunciando in questi giorni proprio in difesa di quei diritti, storicamente sanciti dall’articolo 18 della nostra Costituzione, ed individuano i problemi dell’Italia in altri punti: la lentezza e l’inefficienza della burocrazia, lo scarso appoggio alle piccole imprese e l’annosa piaga della corruzione.

Torna in alto