Le differenze quotidiane I buoni e i cattivi

Eccoci arrivati alla fine di questo convulso 2011, con molti dubbi e poche certezze che ci accompagneranno, ne siamo certi, anche nel prossimo anno. Dopo quindici “uscite” settimanali, come si suole fare in questi giorni di saluti e auguri, facciamo anche noi il punto della situazione, dando il nostro voto – più simbolico che altro, ovviamente – ai principali quotidiani che abbiamo preso in considerazione.

Il Fatto Quotidiano voto: 4,5

Presentatosi all’opinione pubblica come il giornale scomodo, il giornale che avrebbe smascherato il demone Berlusconi e tutti i suoi compari, ha commesso l’errore di essere proprio questo e poco altro. Troppo facilmente l’informazione completa viene sacrificata per dimostrare fatti oggettivamente poco interessanti da un punto di vista sociale e politico. Nonostante alcune firme eccellenti e articoli d’opinione da non far passare inosservati, il quotidiano di Padellaro è troppo schierato e poco lucido per meritare la sufficienza.

Libero   voto: 4,5

Anche dall’altra parte si antepongono interessi specifici al fare informazione, che sarebbe anche ciò per cui vengono pagate le penne del giornale di Sallusti. Libero ha il demerito, così come Il Giornale di scrivere quasi solo ed esclusivamente per difendere Berlusconi ed attaccare tutti gli altri. Con l’insediamento del governo Monti le cose sono cambiate, ma resta difficile potersi fidare.

Il Corriere della Sera  voto: 7

Spesso premiato da noi come giornale della settimana, il quotidiano di De Bortoli, in questi ultimi mesi soprattutto ha fatto della neutralità e della completezza le sue virtù. Siamo ancori lontani dal concetto di informazione totalmente libera ed indipendente, ma nel panorama nazionale Il Corriere merita a nostro avviso i primi posti della classifica.

Il Manifesto   voto: 5,5

Non è un giornale dal quale ci si aspetta di leggere tutti i fatti del giorno, d’accordo, ma troppo spesso la natura proletaria della testata ha sottratto spazio a questioni più grandi e attuali per le quali un quotidiano nazionale non può trovarsi a corto di articoli. Ciononostante, alcune tematiche affrontate ultimamente si sono caratterizzate per la loro puntualità storica e la scomoda ma necessaria polemica contro i poteri forti.

Il Sole 24 ore   voto: 6,5

A chi obietta che è il giornale delle industrie e che pecca di informazione parziale, rispondiamo dicendo che, giornale delle industrie o meno, al giorno d’oggi non esiste un quotidiano che si occupi di economia e finanza in modo così dettagliato come Il Sole. Da quando la nostra vita è diventata strettamente collegata al mondo oscuro della finanza internazionale un giornale economico finanziario non può non far parte delle letture di chi ci vuole capire qualcosa, tra bond e spread.

La Repubblica  voto: 7

Anche se qualche volta ha dato eccessivo spazio a tematiche di basso interesse comune (leggi bunga bunga), il quotidiano di Ezio Mauro ha spesso avuto il merito di trovarsi preparato sulla maggior parte degli argomenti principali. Con qualche inchiesta particolarmente interessante e alcuni approfondimenti da tenere conservati, La Repubblica insieme al Corriere sono stati i quotidiani più premiati nelle settimane e fino ad ora non c’è motivo di pensare che l’andamento possa radicalmente mutare.

Il Giornale  voto: 4,5

In linea di massima vale lo stesso discorso fatto per Libero. Il Giornale si è trovato ad essere da povero imputato ad agguerrito accusatore, in base ai movimenti di governo. Troppe illazioni, poca informazione. Siamo ancora lontani dalla sufficienza.

La speranza di tutti è che nel prossimo anno, che si prospetta forse più duro di quello appena trascorso, l’informazione italiana possa dare un esempio di come nel nostro paese, tra mille difficoltà, almeno i giornali riescano a raccontare la realtà, che di questi tempi sembra davvero molto difficile da comprendere.

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