Un Catania in grande forma ospita quest’oggi la Fiorentina dell’ex Vincenzo Montella. Ci si attende una grande cornice di pubblico, ma in realtà ci sono non oltre 13 mila spettatori: ci permettiamo di lanciare un appello alla società, sperando possa venire (ancor più di quanto non abbia già fatto in questi mesi) incontro ai tifosi rossazzuri, riducendo il costo dei biglietti (oggi i tagliandi sono di fascia B, con curve a ben 24 euro).
L’atmosfera, però, è elettrica: ci si gioca qualcosa di importante oggi; ci si giocano 3 punti che lancerebbero nelle parti altissime della classifica. La Roma ha pareggiato a Bologna e potrebbe essere scavalcata proprio da noi. C’è però da scalare il muro viola, squadra dal gioco spumeggiante, anche se in crisi di risultati.
Tempo uggioso, con gocce di pioggia che inducono ad indossare gli impermeabili. Le due curve hanno preparato due grandi striscioni per incitare la squadra: “Una maglia… un cuore impavido!!!” scrive la Sud; “Avanti senza paura!” risponde la Nord.
Cori di scherno con i 50 tifosi viola nel settore ospiti, che nel prepartita espongono uno striscione: “Noi come Palermo”, scatenando una pioggia di fischi dalla Curva Nord. In Curva Sud, invece, ci sono tantissimi ragazzini festanti che assiepano il settore lato tribuna A. I giocatori rossazzurri, prima di rientrare negli spogliatoi, si uniscono in cerchio come di consueto sotto gli “Ohhhh” della folla: siamo pronti alla battaglia!
Entrano le squadre in campo, con la Curva Nord che con un paio di striscioni ricorda Gianluca Fucile, il dj catanese morto in settimana in un incidente stradale, mentre la Sud accende fumogeni rossi e azzurri. Fischi ed applausi dividono il pubblico nel saluto all’ex tecnico rossazzurro, che entra a braccetto con Pulvirenti.
Inizia la gara, con il Catania (schierato col 3-5-2 e con tantissime assenze) che parte bene. La gara non è bella, molto fisica, giocata soprattutto a centrocampo. Il pubblico spinge gli etnei (mentre la Nord ricorda con un altro striscione Fabrizio Lo Presti, il tifoso morto a L’Aquila nel 2001).
Al 21’ la doccia fredda: il fischiatissimo Migliaccio (ex rosanero) insacca di testa su un cross di Pasquato, gelando il Massimino. Il Catania non riesce a reagire, gira a vuoto, senza mai impensierire il portiere avversario. Gli ultras delle due curve, intanto, continuano ad esporre striscioni (ed esplodere petardi): la Sud mostra una scritta in onore di Paolo Scaroni (ultras del Brescia malmenato e mandato in coma nel 2005 durante una carica della polizia), mentre la Curva Nord scrive a sostegno dei propri dirimpettai: “I.R.A. non mollate” (gli Irriducibili della Sud).
Finisce il primo tempo, squadre al riposo e pubblico un po’ scettico sul risultato. Eppure Tino Cannavò, il presidente del Club Barriera Battiati, è sicuro: «Ppi mia sta pattita a vincemu!!!». Intanto, dietro la Nord succede il parapiglia tra opposte fazioni della curva.
Inizia il secondo tempo. Maran non cambia nulla e dà fiducia ai suoi. Siamo al 5’, Gomez batte una punizione dai 30 metri; cross in mezzo, stacca Legrottaglie…RETEEEEEEE!!!! Pareggio del Catania, con Nicola acclamato da tutto lo stadio! Il numero 6 etneo risponde battendosi la mano sul cuore ed indicando i tifosi.
La Fiorentina, però, non ci sta: Jovetic fa impazzire il centrocampo rossazzurro, Cuadrado colpisce la traversa a botta sicura, Ljajic lo imita su una gran punizione, poi ancora Cuadrado scalda le mani ad Andujar.
Si soffre, la tensione è alle stelle. Per i viola entra anche Luca Toni, con il pubblico che sfoga la paura in lunghi fischi verso il numero 30 campione del mondo: «A si’ n’pagghiolu!!!», «Longu ammatula!!!».
Al 77’, però, la svolta: Aquilani manda a quel paese l’arbitro, che lo manda immediatamente sotto la doccia. Il pubblico capisce il momento, sprona gli etnei, ma la Fiorentina è insidiosa anche in inferiorità numerica, con il solito Jo-Jo Jovetic che mette ancora i brividi sfiorando l’incrocio dei pali.
Il Catania ci prova, affidandosi alla solita generosa corsa di Izco. Mancano due minuti al novantesimo, quando proprio il numero 13 serve un gran pallone in profondità a Barrientos; il Pitu arriva sul fondo, crossa di destro, palla altissima, arriva Castro, stacco imperioso, sospensione che sembra eterna e… GOOOOOOOOOOOOOOLLLLL!!!!! Impazzisce il Cibali!!! Viene giù lo stadio, è una bolgia indescrivibile!!! Tutti in piedi, tutti a cantare!!! Siamo in vantaggio, e mancano due minuti!
Adesso c’è l’intero stadio in campo, tutto il pubblico spinge il Catania. Legrottaglie giganteggia in difesa, malgrado zoppichi leggermente. Ci sono 4 minuti di recupero, lunghissimi. Ma è importante tenere la palla lontana.
Mancano pochi secondi, ancora Legrottaglie esce dall’area di rigore da gladiatore palla al piede ed in questo momento l’arbitro fischia la fine! 2-1, delirio sulle tribune! Tutto il Catania viene a raccogliere il boato dei tifosi: come ai bei tempi, finalmente, sotto ogni settore, tutta la squadra; sciarpe tese, bandiere al vento: è un tripudio!
Uscendo dallo stadio ci si chiede solo una cosa: “Ma Castro tuccau terra o jè ancora ‘nta l’aria?!”.
Si spengono i riflettori su un gran pomeriggio per il Catania; peccato per non aver visto il pubblico (numericamente) delle grandi occasioni. Sarebbe bello, nella prossima in casa, vedere uno stadio pieno e colorato. Intanto, però, c’è da affrontare la durissima trasferta di Napoli, dove è previsto il solito esodo di massa di migliaia di tifosi rossazzurri.