17a giornata, al Massimino arriva la Sampdoria di Ciro Ferrara. Il Catania, dopo l’importante vittoria a Siena ed il doppio passaggio di turno in Coppa Italia, può consolidarsi nella parte sinistra della classifica.
Circa 14mila le presenze allo stadio: in un angolo della tribuna B si accomodano circa 300 ragazzi delle giovanili blucerchiate, mentre nel settore ospiti è presente una sparuta rappresentanza di ultras liguri. Il resto dello dello stadio è dipinto di rossazzurro. In Curva Sud un gruppetto di tifosi ha preparato due simpatici striscioni sulla ormai storica vicenda di Catania-Juventus.
Il prepartita è condito dalle solite battute da stadio; ci sono anche i Babbo Natale che lanciano caramelle sugli spalti. Ci si diverte in amarcord rossazzurri con l’amico Antonio Monforte (tifoso storico rossazzurro ed autore di diverse canzoni sul Catania), ricordando partite di tempi ormai lontani, di quando “c’era la Tribuna C con le gradinate in legno” e “la gente era arrampicata pure sulle ringhiere per vedere una partita di serie C”.
Inizia la gara, con i rossazzurri spinti subito all’attaco dagli ultras delle due curve. Alcune ghiotte occasioni per gli etnei, che in questo primo tempo attaccano sotto la Nord, ma non riescono a trovare la via del gol. Anzi, a metà primo tempo, arriva il colpo di scena: errore della retroguardia catanese, fallo di Legrottaglie e calcio di rigore. Non bastano i fischi assordanti del Cibali: Maresca spiazza Andujar portando avanti i doriani.
Il Catania reagisce, poco dopo Bergessio vola in aria su un’uscita a vuoto del portiere avversario: per l’arbitro è tutto regolare, ma il pubblico esplode e gli ultimi 5 minuti del primo tempo si giocano sotto una pioggia di fischi rivolti all’uomo in giacchetta nera (“pari na siccia, stasira pasta ccò niuru”, sdrammatizza un tifoso). Finisce così la prima frazione.
Nella ripresa è subito un vortice di emozioni; i rossazzurri premono alla ricerca del pareggio. Dopo alcuni minuti, su una palla sporca, Bergessio “spizza” di testa al limite dell’area, arriva Paglialunga, destro al volo, palo-GOOOL!!!!! Segna proprio il giocatore più inaspettato (subentrato all’infortunato Salifu nel primo tempo)… Stefania Sberna si sgola al microfono, gridando il nome del marcatore, ma P A G L I A L U N G A è davvero troppo lungo da pronunciare all’unisono da tutto lo stadio! Bisogna trovargli un nome più corto, qualora dovesse prendere il vizio del gol!
I rossazzurri continuano a premere. Marchese crossa una bella palla dal fondo, stacco di Bergessio e palla che sfonda la rete… esplode il Cibali!!! 2-1, lo stadio è una bolgia. “Gonzalo si ‘u nummuru unuuuu!!! Speriamo ca non c’ù vinnemu a qualche big… ” (euforia da rimonta con conseguenti paure legate al calciomercato).
Castro batte un calcio d’angolo (su concessione straordinaria di Ciccio Lodi) ed il pubblico lo acclama mentre si avvicina alla bandierina. Il vicino di posto – forse lo ricorderete – lo chiama “Pippo Castru”, ma al coro “Pippo, Pippo” l’argentino ovviamente non risponde: “E cchi è suddu?”, “No, bestia: si chiama Lucas!”. In ogni caso, la spinta degli spettatori catanesi gli è servita: al 90′ proprio Castro firma il 3-1, chiudendo definitivamente la gara. Iniziano cori di scherno verso i tifosi doriani (acerrimi rivali dei genoani, gemellati con i catanesi), che guadagnano mestamente l’uscita. Il pubblico etneo, invece, aspetta che i giocatori rossazzurri corrano sotto la curva a festeggiare questo ennesimo successo, che vale l’ottavo posto in solitaria.
“25 in anticipo” era il gioco di parole odierno nel magazine ufficiale del Calcio Catania, auspicando una vittoria che potesse proiettare i rossazzurri a 25 punti, alla vigilia delle vacanze natalizie. Così è stato… e dunque: Buon Natale rossazzurro ed arrivederci all’anno nuovo, per la gara contro il Torino!