Catania-Lazio è la gara della verità: i rossazzurri – reduci da un filotto di prestazioni positive che però hanno portato solo un punto in tre partite, tra errori arbitrali ed ingenuità difensive – sono chiamati a non fallire l’obiettivo della vittoria contro gli affamati biancocelesti.
Le tribune del “Massimino” offrono un buon colpo d’occhio, mentre sono desolatamente vuote le due curve, la Nord come mai prima d’oggi: il prezzo forse eccessivamente elevato dei biglietti e le ormai note liti tra i gruppi organizzati, con il divieto di accesso ai tamburi da parte della Polizia di Stato, hanno lasciato ampi spazi vuoti tra le gradinate del settore più caldo dello stadio. Si parlava inoltre di circa 300 tifosi ospiti, ma in realtà i laziali nel settore a loro dedicato sono non più di una trentina.
Durante il riscaldamento applausi scroscianti per i due ex portieri, Bizzarri e Carrizo. In tribuna si organizza la protesta contro i torti di Catania-Juventus: «’Mbare, ‘u purtasti ‘u fazzulettu jancu ppà “pagnolada”?», «Ma quali pignolata e pignolata: ancora staiu aruttannu i rami ‘i Napuli!».
Entrano le squadre in campo, accolte da uno striscione dei tifosi della Nord: “In questo mondo di ladri c’è ancora un gruppo di amici… Avanti Catania, avanti Ultras!”. Sventolio di fazzoletti bianchi e fischi all’indirizzo degli arbitri nel resto dei settori.
Si parte. Il Catania inizia col piglio giusto, anche se è Rocchi ad avere la prima occasione da gol, con palla che termina fuori di poco. All’8’ Spolli recupera un gran pallone e serve sulla fascia Gomez; il Papu converge e tira una sassata che smuove la rete… smarrimento in tribuna per una frazione di secondo: «…ma trasìu?!»… Si, trasìu! GOOOOOOLLLLL!!!!! Ma che rete ha fatto?! Eurogol del numero 17 etneo. Si esulta e si canta: stavolta è un misto tra “chi non salta è rosanero” e “chi non salta è juventino”; dopo gli strascichi di domenica scorsa cambiano anche i cori abituali!
Il Catania continua a premere. Al 23’ Izco si procura un calcio di rigore, dopo un’imbucata perfetta di Barrientos: sul dischetto si presenta Lodi, rincorsa, tiro… 2-0!
E non è finita: siamo al 29’, Marchese sfodera un gran cross sul quale si avventa Gomez in spaccata. La palla sembra entrata, ma il gol non viene assegnato… anzi si, dopo qualche secondo! 3-0!!! Il Cibali era pronto a “murmuriari” contro l’arbitro, ma in realtà esulta per la terza volta! Si va all’intervallo, con applausi di ampio consenso per gli undici rossazzurri.
Nell’intervallo i soliti fanatici di scommesse cercano informazioni sulle partite più improbabili, dalla II divisione italiana alla serie B svedese, suscitando una domanda che è un misto di tra “liscìa” ed amarcord rossazzurro: «’Mbare, cchi fa ‘u Tricase?».
Alla ripresa la musica non cambia: c’è solo il Catania in campo, tanto che la partita – ormai chiusa – diventa quasi soporifera. Ci pensa ancora Gomez ad animarla, che su un bel lancio di Lodi si libera dell’avversario e serve Barrientos liberissimo in mezzo all’area: 4-0!!!
Il pubblico si rilassa, finisce a risate e “cozzate”: «’A farsa è pariggia!» L’incitamento è tutto per il giovane Doukara (entrato a fine primo tempo al posto dell’infortunato Bergessio), che sfiora il gol in un paio di occasioni.
La partita va spegnendosi, gli ultras invocano il quinto gol; ma dopo alcune occasioni mancate gli etnei decidono di dedicarsi al possesso palla. «Mazzoleni, ammogghiala, va!» gridano dagli spalti. L’arbitro ascolta e dopo tre minuti di recupero fischia la fine. I giocatori salutano il pubblico, con Lodi e Legrottaglie che si attardano per lanciare le proprie maglie ai tifosi della Sud.
Il Catania vola al sesto posto, tra gli applausi di pochi, intimi e fedeli, tifosi. Tra due domeniche speriamo di vedere uno stadio più pieno; in tal senso l’appello è rivolto sia alla società, affinché abbassi il prezzo dei tagliandi, che ai tifosi, affinché non facciano mancare il proprio apporto a questa squadra che non sta certo deludendo. Alla prossima!