Eco MUOStro a Niscemi

Pochi ne parlano a livello nazionale, le notizie vanno cercate accuratamente nei siti di controinformazione. Eppure quello che sta accadendo tra le sperdute colline dell’entroterra siciliano ha rilevanza internazionale e coinvolge chiunque nel mondo: parliamo della costruzione di uno dei terminali terrestri del MUOS (Mobile User Objective System), un sistema di telecomunicazioni satellitari che verrà realizzato entro il 2015 dalla Marina Militare statunitense. Si tratta di quattro antenne terrestri collegate a cinque satelliti di ultima generazione che permetteranno di migliorare incredibilmente (di ben 10 volte rispetto alle condizioni attuali) le telecomunicazioni militari americane.

A Niscemi, nel sud-est della Sicilia, verrà installata una delle quattro ricetrasmittenti (in realtà sono 3 grandi antenne) ad un’altezza di 140 metri dal suolo, nel cuore dell’area naturale “Sughereta”, un Sito di Importanza Comunitaria, il cui statuto vieta espressamente la possibilità di costruire strade o strutture artificiali (figuriamoci un mega impianto militare!).

Tutto ciò con un tacito assenso dei governi nazionale e regionale, malgrado il progetto violi palesemente decine di principi e norme di ogni tipo. Contro il MUOS di Niscemi vi è un movimento molto attivo, con decine di comitati sparsi su tutto il territorio regionale; tuttavia, a parte nelle zone direttamente interessate (cioè nei comuni del calatino e del ragusano), la vicenda non riesce ad attirare l’opinione pubblica.

A tentare di far sentire la voce dei NO-MUOS ci pensa Antonio Mazzeo, scrittore e studioso siciliano che da anni si spende nella campagna contro l’impianto di Niscemi. In un suo volume pubblicato di recente, “Un Eco MUOStro a Niscemi”, denuncia le tante irregolarità e le tante minacce di questo impianto.

Nel corso di un incontro tenuto lo scorso 1 giugno nella Facoltà di Scienze Politiche di Catania, Mazzeo ha evidenziato alcuni degli aspetti più contorti della vicenda: “Il MUOS è un’arma che permetterà la guerra globale. Rende le comunicazioni mondiali delle forze armate americane incredibilmente rapide. Ha costi elevatissimi e graverà in modo assurdo sulla flora e la fauna della Sughereta di Niscemi, nonché sulla salute di centinaia di migliaia di civili nel raggio di poco meno di un centinaio di km. Esperti delle forze armate statunitensi hanno evidenziato l’alto rischio di interferenze con i traffici aerei; vi sono ben tre aeroporti nelle vicinanze: Fontanarossa, Sigonella e Comiso. In particolare quest’ultimo, a soli 19 km, sarebbe investito dalle interferenze ed è plausibile che non potrà mai essere aperto proprio a causa del MUOS. Inoltre, l’impianto rischia di innescare gli ordigni trasportati dagli aerei militari (come quelli che partono da Sigonella), cosa che è già successa in passato proprio ad una portaerei statunitense nel 1969; dulcis in fundo, una delle società che si è aggiudicata l’appalto è considerata contigua alle famiglie mafiose locali”.

Ci sarebbe davvero tanto da dire, soprattutto se si pensa che la base, a differenza di Sigonella, sarebbe ad uso esclusivo non della NATO, ma delle forze armate americane: “In pratica, gli USA stanno facendo ciò che vogliono in territorio italiano, senza che nessuna forza politica si stia opponendo. Non se n’è mai parlato in sede parlamentare e la Regione Siciliana, che avrebbe voce in capitolo, finora è rimasta in silenzio”.

Il principale contractor del MUOS è la “Lockheed Martin”, il colosso dell’industria bellica americana. Questo lo ricollega all’evoluzione della guerra, combattuta non più dagli uomini, ma dagli automi: “Il MUOS consentirà di propagare universalmente gli ordini di guerra, in particolare ai droni (gli aerei senza pilota), che per autonomia ed affidabilità sono diventati armi di distruzione di massa. È importante che la gente, soprattutto in Sicilia, si renda conto di ciò che si sta costruendo su questa terra: un dispositivo che permetterà di aprire le porte alla guerra globale permanente!”.

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