Largo Podgora: una piazza abbandonata a se stessa

Largo Podgora è una piazzetta sorta nel 2004 – periodo in cui l’amministrazione Scapagnini riqualificò numerose piazze cittadine – chiudendo al transito il primo tratto di via Piave, proprio di fronte al Teatro Angelo Musco di via Umberto. Ideata come luogo di incontro a metà strada tra piazza Galatea e piazza Iolanda, è oggi un luogo molto frequentato a qualunque ora del giorno e della notte.

Il progetto di riqualificazione ha mantenuto uno dei due grandi ficus già esistenti, ponendolo al centro dello spazio e contornandolo da palme e quattro aiuole sollevate, al centro di ciascuna delle quali è posta una fontana a zampillo. Lungo uno dei lati vi è una schiera di piccoli arbusti, mentre l’illuminazione è garantita da alti faretti con pannelli riflettenti. Alla conclusione dei lavori è stata posta anche l’edicola precedentemente situata all’incrocio tra via Gorizia e via Calatafimi, che è servita per rendere la piazza ulteriormente transitata e centro d’aggregazione dell’intero quartiere.

Quello che oggi si presenta agli occhi dei passanti, però, è uno scenario del tutto desolante. La pavimentazione è a tratti sconnessa e resa insidiosa da terriccio, sassi e sporcizia; le aiuole, un tempo rigogliose e ricche di verde e di fiori, sono completamente rovinate; tre delle quattro palme sono state tagliate a causa del punteruolo rosso e mai sostituite . Gli abitanti del quartiere, assillati dagli escrementi di cani, hanno provocatoriamente intitolato il luogo “Piazza delle cacche”, attaccando tale scritta sui muri e sul tronco dell’albero.

“È uno schifo – dice un abitante della zona. La piazza è stata abbandonata completamente a se stessa. La notte c’è gente che urina in ogni angolo, gli zingari rovistano nella spazzatura lasciando a terra qualunque cosa e numerosi senzatetto dormono nelle panchine. Abbiamo dovuto chiedere persino che venissero staccati gli irrigatori, perché si innestavano alle 13,30 e inondavano tutta la piazza, senza che poi ve ne fosse alcun motivo, visto che non c’è più un solo ciuffo d’erba!”.

Dello stesso avviso il proprietario dell’edicola: “I cassonetti della spazzatura sbarrano l’accesso alla scivola per i disabili e rendono l’aria maleodorante, essendo perennemente aperti. La campana per il vetro è posta sul marciapiede ed impedisce il passaggio dei pedoni. L’unica cosa funzionante sono le quattro fontane ornamentali, visto che quasi ogni giorno vengono gli addetti alla manutenzione a pulirle ed aggiustarle se necessario (anche se, a onor di cronaca, oggi una di esse era fuori uso, ndr). Ma per il resto, non c’è alcuna cura, basti pensare che dei sedici faretti ne funzionano ormai solo quattro…”. “No, ti sbagli: da ieri notte sono solo due!” lo corregge un passante.

Lo scorso febbraio il consigliere comunale dell’Mpa Erika Marco ha inoltrato all’Amministrazione comunale una proposta di intitolazione della piazza all’attore Turi Ferro, data anche la contiguità con il teatro Musco, per “mantenerne viva la memoria nella cittadinanza”; forse sarebbe il caso che prima si renda il luogo più presentabile e più decoroso per la cittadinanza, soprattutto se davvero servirà a ricordare l’insigne personaggio della cultura catanese. Le foto da noi realizzate e le testimonianze dei frequentatori del luogo vogliono essere un forte grido di allarme e di denuncia per questa piazza nel cuore della città lasciata all’incuria e all’abbandono.

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