Le differenze quotidiane Il morso della crisi

Dopo una breve pausa, torna la rubrica che si occupa del modo in cui i diversi quotidiani nazionali informano i lettori italiani. In questi giorni di nostra assenza, tra ulteriori declassamenti finanziari, processi storici (il caso Breivik, in Norvegia), e molto altro, non pochi eventi hanno contrassegnato il panorama mediatico italiano e internazionale.
I dati statistici che pongono l’Italia in una posizione sempre più vicina alla povertà, la recessione che imperversa impietosa nel sud dell’Europa, l’imminente epilogo dello scontro Sarkozy – Hollande, che verosimilmente segnerà il cambiamento di rotta per una fetta consistente della politica comunitaria; e ancora, oltreoceano assistiamo alla battaglia (spesso scorretta) tra Obama e Romney, pronti ad entrare nel clou dello scontro.

Per riprendere, abbiamo deciso di analizzare in maniera più dettagliata i due principali quotidiani nazionali, Corriere della Sera e la Repubblica, insieme ad articolo estero che “parla di noi”.

La Repubblica
Le parole del premier Monti vengono mostrateci in primo piano, accompagnate dal motto “meno tasse, più crescita”. Subito dopo, un dossier sulle soluzioni a livello comunitario per far ripartire l’economia europea. Tra le proposte vi sono anche delle misure ultra-liberiste che prevedono liberalizzazioni e apertura dei mercati nazionali ad altri partner. In seguito ci viene presentato il declassamento della Spagna, che passa da A a BB+. Dopodiché si affronta la delicata questione pensioni, con un dossier che presenta l’oramai drammatica condizione che è costretto a vivere un pensionato su due in Italia. Diverse pagine sono dedicate alla politica interna, con alcune spese sospette da parte di Formigoni. Infine si torna sullo scandalo che ha travolto la Lega, e tuonano le parole di Belsito il quale assicura che Bossi sapesse tutto. Da sottolineare un articolo riguardante la sentenza storica pronunciata a L’Aja, in cui il dittatore liberiano Taylor è stato giudicato “colpevole per crimini di guerra”. Un capo di Stato non veniva giustiziato dal 1946, e questo potrebbe rappresentare un importante passo avanti verso una giustizia globale.

Corriere della Sera
In prima pagina (di venerdì 27 aprile) ci viene presentato il declassamento da parte di Standard & Poor’s nei confronti della Spagna. Ogni qual volta i vicini iberici subiscono dei colpi, il lettore italiano tende a preoccuparsi, dato lo stretto legame che pare vi sia tra l’economia spagnola e quella italiana. Il giornale di De Bortoli ci mostra però le strategie macroeconomiche che il premier Monti intende seguire per percorrere il percorso della crescita. Nelle pagine seguenti si parla degli emendamenti alla riforma sul lavoro, delle preoccupazioni di Bankitalia in merito alla delicata situazione in cui vivono le banche e della drammatica condizione dei pensionati italiani, dei quali la metà incassa meno di mille euro mensili. Infine si ritorna sul processo escort – Berlusconi e sulla vicenda Lavitola.

Lo sguardo estero
Prendiamo in considerazione un pezzo sul quotidiano francese Le Monde in cui Ridet parla della recessione italiana che “peggiora malgrado Monti”. L’articolo è l’emblema di come all’estero il nostro premier tecnico sia assolutamente ben visto. Il lavoro di Monti viene presentato come necessario e coraggioso, ma sarebbe la lentezza derivante dai negoziati con le parti sociali a ritardare la crescita la del paese. In base al pezzo di Ridet questo rigore imposto dal governo tecnico sarebbe un passo assolutamente indispensabile per uscire dalla crisi.

Tanta credibilità e fiducia nel nostro governo sembra non poter durare così a lungo, almeno qui in Italia. I dati Istat lo confermano: il nostro paese è sempre più povero. Tra qualche dubbio legato alle strategie dell’esecutivo, rimane una sfiducia di fondo sul tipo di soluzione che l’Unione europea sembra convinta di scegliere. Combattere la crisi neoliberista con iniezioni di neoliberismo potrebbe rivelarsi letale, a detta di molti.

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