LA VIGILIA. Per i tifosi è la settimana più elettrizzante ed intensa della stagione: si va verso il Derby di Sicilia. Come sempre la partita si gioca già dal lunedì, nelle chiacchiere da bar, nelle roventi e-mail tra colleghi catanesi e palermitani, nei forum, nei blog e nei social network, e forse questo è uno degli aspetti più belli di una sfida che va al di là della classifica, della stagione, della categoria. Scorrendo le pagine di Facebook ed i profili dei tifosi etnei trapela la notizia che la Curva Nord non farà coreografia, rifiutandosi di dover chiedere l’autorizzazione alla questura ed invitando a colorare lo stadio con bandiere e sciarpe rossazzurre. Stesso discorso per la Curva Sud, la cui coreografia (rotoli di carta) è stata annullata all’ultimo per la mancanza del consenso della questura. Sui principali siti internet del Catania e del Palermo le discussioni sono già accese. Su CalcioCatania.com un utente catanese scrive: “CANTARE E
COLORARE… E VINCERE… regalateci questo Buon Natale… Puttamu sti banneri… rosanero chi non canta”. Un palermitano invece sottolinea: “vincerà lo sport così come è accaduto nei due derby dello scorso anno… Partiremo circa in 200/250 da Palermo…”. Dello stesso spirito un altro catanese: “La parola odio per il Palermo è follia, il catanese non odia il Palermo. Se non ci fosse il Palermo per me sarebbe inutile qualsiasi campionato, sia esso di A o di Terza Categoria. Battiamo l’Inter, la Juve, il Milan, il Gangi, ma la partita contro il Palermo è LA PARTITA. Il resto è contorno”. Su AquileRosanero.com si legge “A Catania sono quattro anni che partiamo favoriti ed altrettanti che perdiamo”. Toni molto pacati e scaramanzia alle stelle, una possibile vittoria del Palermo non viene nemmeno menzionata.
LA PARTITA. È domenica ed in città si respira una bella atmosfera, tra la vigilia delle festività natalizie e l’attesa per la partita più sentita. In alto inizia a volare l’elicottero della polizia che preannuncia l’arrivo dei tifosi rosanero, la maggior parte donne delle “Rosanero Girls”. La zona dello stadio è interdetta al traffico e la gente si avvia con trepidazione ai tornelli. Tutto procede con perfetto ordine, alla faccia di quei tanti giornalisti che si ostinano ancora a richiamare i fatti del 2 febbraio come principale elemento di interesse della partita. Dentro lo stadio si respira l’aria dei grandi eventi. Non c’è il tutto esaurito (le curve sono gremite, ma nelle tribune c’è qualche spazio vuoto), ma l’impatto visivo è fantastico: migliaia di bandiere al vento e tantissimi striscioni di sfottò. “Pi oggi… Mangia… spogghiti… e uo cucchiti!”, “Mangiamoli”, “Zamparini: Mangia… il panettone”, “Cercasi avversario degno per derby decente”. Silvestre viene schernito fin all’inverosimile (forse l’ex più fischiato della storia rossazzurra). Si balla incessantemente al ritmo di “Chi non salta è rosanero” e “Alè Vulcano”. All’ingresso delle squadre le due tribune compongono la classica coreografia rossazzurra, mentre nelle due curve è spettacolo di colori. Nella Nord campeggia uno striscione interno: “Mi ritorni in mente bella come sei. Noi siamo la Nord”; mentre la Sud sprona gli etnei: “Per cultura, tradizione e storia: avanti Catania, onore e gloria”. I tifosi ospiti provano a farsi sentire, ma – più dell’anno scorso – ogni coro viene sommerso da una montagna di fischi. La partita si mette bene, il Catania è schierato perfettamente ed attacca a testa bassa. Le occasioni concrete sono poche, ma si ha la sensazione che il gol possa arrivare da un momento all’altro. E infatti… …punizione da fuori aria per il Catania, sulla palla Lodi. “Ppi mia non tira, è troppu luntanu ppi iddu”, “Ma la barriera non è troppo vicina?!”. Macché… batte Ciccio, RETEEEEE!!!! Esplode il Cibali, palla sotto l’incrocio e gol che resterà negli annali tra i più belli del derby di Sicilia. La partita è strana, sembra totalmente a senso unico, a fine primo tempo l’impressione è quella che il Palermo sia stato umiliato, se non nel risultato quantomeno nel gioco. Mangia richiama tutti i giocatori negli spogliatoi: “Probabilmente – ipotizza qualcuno – avrà detto ai suoi: Picciotti, mangiamoci il panettone ora, perché dopo il presidente nu fa calari stottu!”. Inizia il secondo tempo e poco dopo il Catania si ritrova tra i piedi la palla del raddoppio: trattenuta di Silvestre su Lopez e rigore che lo stesso Maxi si accinge a battere. Rincorsa… RETEEEE!!! Spiazzato Benussi, il Massimino è in estasi. Molti si accorgono di un abbraccio prolungato tra i giocatori, ed alla tv si capisce perché: Maxi piange ed al momento della sostituzione (pochi minuti dopo) l’omaggio della folla è commovente. Tutti in piedi ad incitarlo, si intuisce che questo potrebbe essere il passo d’addio di un giocatore tra i più amati dalla piazza etnea. La partita scivola via, con qualche altra palla-gol per il Catania; la Curva Nord sembra un po’ silenziosa, ma in compenso regala uno spettacolo di colori indescrivibile, tra sciarpette, bandiere e stendardi al vento. Finisce la gara, “Tutti a casa alè!” canta la folla, “Ora si! Buon Natale…” scrive la Nord. La squadra saluta il pubblico come in ogni grande partita, ma tra tutti si distingue Delvecchio, pazzo di gioia. Uscendo dallo stadio i commenti sono più o meno tutti uguali: “Ormai non c’è più piacere”, “I rumpemu sempri”, “Semu troppu fotti ppi sti rosella!”. Sui siti internet si legge: “Mi è piaciuta l’idea di fare allenare il Catania a porte aperte contro una formazione di dilettanti…”, “L’anno prossimo forse giochiamo contro l’Acireale o il Trapani, almeno n’addivittemu cchiù ’ssai!”
CONCLUSIONE. Il derby è stato emozionante come sempre, l’elemento più profondo e più bello del calcio. Ma non tutto è stato perfetto. Molti tifosi si sono lamentati di non aver potuto comprare i biglietti per la limitazione imposta dalla Questura alla vendita dei tagliandi ai soli residenti in provincia di Catania. La scelta di non autorizzare la coreografia della Sud (in realtà si trattava di un valutazione informale richiesta dagli ultras) ha cancellato buona parte dello spettacolo sugli spalti; la decisione, tra l’altro, è quantomeno ambigua, visto che negli altri stadi d’Italia la coreografia con i rotoli di carta viene fatta. Insomma, i petardi entrano, la coreografia no (a meno di autorizzazione). Infine una notizia, da verificare, apparsa sul profilo Facebook del Club Vecchia Guardia: “Hanno diffidato uno dei nostri. Motivazione: incitava animosamente la squadra del Catania e insultava i tifosi del Palermo con un megafono (che loro ci hanno fatto entrare). Quindi, siccome è ovvio che non c’è nulla di penale, hanno trovato la CLAMOROSA SCUSA che lui insultava gli agenti di polizia… Morale? Ragazzi qui si va sul paradossale e ci sentiamo schifati di questo sistema stadio e abusi che va avanti da troppo tempo…”. Nei prossimi giorni se ne saprà di più e ci dovrebbe essere – come scrivono gli stessi membri del Club – anche una nota del Calcio Catania in merito. Intanto… Buone Feste ed appuntamento alla prossima in casa contro la Roma!