Nonostante i tanti proclami fatti negli ultimi mesi dal Comune e dalle forze dell’ordine, la prostituzione nel centro di Catania è tutt’altro che un fenomeno in via di eliminazione. È vero, ci sono periodicamente retate ed interventi da parte della polizia, ma non si riesce mai a debellare il problema alla radice.
La prostituzione, semmai, viene “mobilitata”, nel senso che cambiano le zone, ma non la sostanza. Ricordate quando tempo fa il Comune installò le telecamere lungo il “passiatore” per evitare che le prostitute sostassero lungo la carreggiata per adescare i clienti? Il risultato c’è stato (anche se, sporadicamente, alcune tornano a piazzarsi in quella zona), ma non è certo quello atteso: le “lucciole” si sono spostate alcune centinaia di metri più in là, sul Viale Africa, e con loro i clienti.
Un aspetto che ha dell’incredibile in tutto ciò, però, è che non solo il mestiere più antico del mondo viene esercitato nel pieno centro della città etnea, ma che i clienti consumino in mezzo alla strada.
Molti abitanti della zona di piazza Galatea hanno più volte segnalato quanto avviene nel proprio quartiere. In piazza Oceania, ad esempio, i clienti entrano con le auto nel piazzale pedonale per appartarsi dietro i cespugli, buttando nelle aiuole ogni sorta di rifiuti.
Altro caso è la via Salemi, una strada senza sbocco (anche se, erroneamente, il Tuttocittà e la toponomastica comunale la rappresentano comunicante con via Mascagni) dove sorge la scuola Nino Martoglio: i clienti, dopo aver scelto la propria donna in viale Africa, percorrono pericolosamente la via Gorizia controsenso ed a tutta velocità (l’impellenza di consumare evidentemente porta anche a questo), svoltando poi per la traversina che, in realtà, è tutt’altro che buia ed isolata.
In Viale Africa stesso, all’altezza della Cepu, vi è uno slargo privato (rientrato rispetto alla strada, ma accessibile a tutti) che fa da cortile d’ingresso ai negozi ed alle abitazioni private: pure questo punto è sede di approcci sessuali. La stradina privata che collega questo spazio all’adiacente via Salemi, inoltre, è stata chiusa con alti cancelli proprio dai proprietari, poiché anch’essa era diventata luogo dove consumare o defecare.
Lo spettacolo che ogni mattina accoglie chi transita in questi luoghi è, ovviamente, ripugnante: preservativi, cartacce e odori nauseabondi sono il biglietto da visita di un luogo zeppo di banche, uffici, scuole e negozi.
Su segnalazione dei residenti, abbiamo contattato le forze dell’ordine per chiedere di intervenire per ripristinare l’ordine e la pulizia: riguardo l’ordine, ci hanno risposto che possono mandare una volante a controllare ed eventualmente allontanare prostitute e clienti; riguardo la pulizia, ci è stato detto di contattare l’ufficio di nettezza urbana per richiedere una pulizia straordinaria delle strade (chiaramente solo quelle comunali). Insomma, rimedi assolutamente provvisori presi più che altro per aggirare la questione. In tutto questo, però, notizie e comunicati su “lotta alla prostituzione” e “ripristino della legalità in città” sono lo scudo quotidiano con cui l’amministrazione si difende ed il muro contro cui i cittadini esasperati si scontrano senza ottenere risultati concreti.