I binari su cui il Paese si sta incamminando difficilmente eviteranno un deragliamento. La situazione in cui versa in questo momento la nostra nazione è quanto di più instabile ed ambiguo ci possa essere. Questi giorni sono marchiati da eventi ed argomenti di enorme rilevanza.
In primo luogo la questione Euro: ci si interroga se restare disperatamente aggrappati alla moneta unica – e quindi mantenere uno Stato senza moneta sovrana, cioè senza poter autonomamente creare carta-moneta – o se abbandonarla prima che sia troppo tardi, prima cioè che i debiti pubblici dei vari Paesi (Italia tra tutti) portino alla disintegrazione di questo bel castello europeo (di carta?). Attorno all’economia gira chiaramente quasi tutto il resto: crescita, disoccupazione, crisi dell’industria e spreco di risorse materiali ed umane.
Tuttavia, c’è altro che riesce (incredibilmente!) ad esulare da ciò: il ddl sulle intercettazioni, la cosiddetta “legge bavaglio bis”. Wikipedia italiana è in sciopero ad oltranza e, per la società di oggi che ha nell’enciclopedia libera uno dei maggiori simboli dell’internazionalizzazione, del successo informatico, della comunicazione telematica, è un’enorme sconfitta. Perché tutto ciò? Il comma 29 del disegno prevede, come recita la nota nell’homepage della stessa Wikipedia, «l’obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine».
«Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.».
Dunque, se la legge venisse approvata, «chi si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive – di chiedere l’introduzione di una “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti».
Quindi, risaputa lesione delle capacità produttive del Paese e minaccia alla libertà di espressione dei suoi cittadini.
Ma non è tutto. Tra tunnel fantascientifici inventati in qualche remota scrivania del ministero, gli ormai giornalieri scandali del potere, i ritorni in voga di idee secessioniste della Padania, le guerre tra sindacati e associazioni di categoria, non ci facciamo mancare davvero nulla.
Malgrado ciò, le prime pagine dei giornali e intere trasmissioni televisive si concentrano ancora sul caso Meredith o sul delitto Scazzi, storie talmente delicate che, ingerite con simili bocconi, non servono ad altro che a distrarre l’opinione pubblica dalla situazione che stiamo vivendo. E giustamente martedì sera Maurizio Crozza a Ballarò, riprendendo una dichiarazione del papa che ha confermato l’esistenza degli angeli, ha sarcasticamente commentato: “Finalmente qualcuno con un po’ di senso della realtà!!!”.
Insomma, ce n’è per tutti i gusti. E allora, perché meravigliarsi se a Castellammare di Stabia un negozio del centro espone in vetrina una maglietta con scritto “Meglio morto che pentito”?! Rientra di diritto in quell’enorme pentolone di assurdità ed idiozie che rappresentano questo paese allo sbando.