Stamattina, guardando il poster di Catania-Inter 3-1 appeso nella mia stanza, mi è venuto in mente di scrivere questo pezzo. La foto ritrae la squadra poco prima del fischio d’inizio di quella gloriosa partita, ma non è delle migliori: Ricchiuti è mosso, Mascara si vede appena e la posa dei giocatori non è certo da copertina.
Quella foto mi dà l’impressione di essere un quadro del Catania degli ultimi anni: tanta sostanza, ma poca attenzione per i particolari. La serie A, tuttavia, è un campionato seguito in ogni parte del mondo ed in quanto tale richiede che nulla venga lasciato al caso. Anche la posa nelle foto di rito.
Una delle cose che mi colpisce in tal senso è il tabellone luminoso del Cibali: dopo decenni di chiacchiere, nel 2008 è stato finalmente installato. Ma già l’anno successivo aveva perso gran parte del proprio fascino: non ci sono più le immagini dei giocatori, la grafica non è delle più accattivanti ed alcuni pixel sono danneggiati. Dettagli, piccolezze. Ma la massima serie richiede cura anche in questo, e lo dimostra il fatto che quasi tutti gli stadi ormai hanno il tabellone (la scorsa stagione è stato ripristinato quello di Udine e sono stati collocati quelli a Palermo, a Brescia ed a Cesena).
Altra cosa che spesso colpisce è il distacco dal pubblico: una volta la squadra correva sotto tutti i settori dello stadio dopo ogni vittoria; l’anno scorso, invece, si limitava ad applaudire dal centro del campo, per poi tornare in fretta negli spogliatoi (ad eccezione delle partite con Palermo e Roma). Anche qui, dettagli, piccolezze. Che però, sommate tra loro, creano malumori, disaffezione.
Ulteriore aspetto, l’ultimo in ordine di tempo, è la notizia che indica che quest’anno le maglie resteranno le stesse della scorsa stagione: premesso che in tanti hanno criticato le ultime divise (in particolare il monocolore sul retro della prima maglia), vi sarebbe anche un ritorno d’immagine nel presentare il nuovo completino ad inizio campionato. E invece, se queste voci saranno confermate, il Catania sarebbe l’unica squadra a restare con le vecchie casacche.
Insomma, si tratta di particolari, di simboli, di elementi di contorno agli aspetti concreti di una società di calcio, come quelli curati nei minimi dettagli al centro sportivo, rendendolo un gioiellino. In certi casi un po’ di fumo non guasta, anzi diventa un fattore incentivante verso il pubblico ed i tifosi. Soprattutto se l’arrosto c’è, da ben 6 anni.