Cosa è successo giovedì a Fontanarossa

I giornali e i siti web delle principali testate hanno sottolineato, giovedì scorso, la notizia di un passeggero salito a bordo di un aereo con una pistola. L’uomo, imprenditore ragusano di 46 anni, aveva un regolare porto d’armi ma, forse per la fretta o per ignoranza, non ha notificato al check-in di portare nel bagaglio a mano la pistola.

La vicenda appare semplice ed intricata al tempo stesso. Semplice perché ciò che è avvenuto sembrerebbe di una banalità spiazzante. Ma intricata perché, ovviamente, la sicurezza dei voli è messa in primo piano e un evento del genere ha una risonanza non indifferente.

Abbiamo contattato uno dei responsabili della sicurezza dell’aeroporto Fontanarossa, che ci ha raccontato sommariamente come si sarebbero svolti i fatti. «L’uomo – ci ha detto – sarebbe giunto ai controlli di routine in forte ritardo, intorno alle 8.10, con un bagaglio a mano che è stato fatto passare all’interno del macchinario. Gli agenti di sicurezza hanno individuato subito l’arma e bloccato il rullo; l’uomo, però, aveva già superato il metal detector e, visto che il rullo era fermo, ha tirato via dal macchinario il borsello e si è avviato verso l’imbarco».

L’allarme è scattato tempestivamente e, come da procedura, l’intero aeroporto è stato bloccato per essere bonificato e per recuperare l’arma. L’uomo, però, era già salito sul velivolo (volo IV 572 della Wind Jet Catania-Milano Linate, con a bordo 144 passeggeri, la cui partenza era prevista alle 8.20), cosicché «la torre di controllo ha avvisato tutti i piloti della situazione; questi hanno informato i passeggeri della sospensione momentanea dei voli a causa delle presenza di un’arma su un aereo». A quel punto, l’uomo – quasi si fosse improvvisamente risvegliato dal torpore – si è “ricordato” dell’arma ed è andato a consegnarla al pilota.

Insomma, l’impressione è che si sia trattato di una distrazione. Doppia, in realtà, in quanto l’uomo non ha denunciato l’arma al momento opportuno e gli agenti non avrebbero fatto in tempo a bloccarlo. Lo stesso presidente della Sac, Gaetano Mancini, in una nota pubblicata sul sito internet, aveva sottolineato che «l’errore umano è intervenuto in una circostanza resa concitata non solo dal notevole traffico dell’orario di punta ma anche dalla fretta del passeggero, che sarebbe giunto a Fontanarossa in notevole ritardo, già accettato tramite procedura di web check-in, mentre il volo stava ultimando le procedure d’imbarco ed era prossimo alla partenza».

Il giorno successivo i giornali hanno evidenziato il ritrovamento di un coltello in possesso di un egiziano ai controlli all’imbarco: «Episodi del genere avvengono quotidianamente», sottolinea il responsabile; la notizia, quindi, sarebbe stata un espediente per rimarcare l’efficienza della security dell’aeroporto catanese e l’assoluta unicità dell’evento del giorno prima che, nel frattempo, aveva portato alla denuncia del passeggero imprudente ed alla sospensione di due agenti della sicurezza, che adesso rischiano seriamente di perdere il proprio posto di lavoro.

«“Fanno passare le pistole e ci rompono le scatole per un po’ d’acqua…” sono i commenti più garbati della gente ai controlli in questi giorni: lavorare in tali condizioni – conclude il responsabile – è davvero avvilente, ma del resto l’accaduto ci porta a dover assorbire le critiche che ci vengono rivolte».

Chi sbaglia paga, soprattutto in questo caso. Ma, aggiungiamo, un po’ di rispetto e collaborazione verso coloro che agiscono per la sicurezza di tutti non potrebbero che fare il bene di entrambe le parti.

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