Facile salire sul carro dei vincitori e far festa; facile riempire lo stadio domenica prossima, con prezzi popolari e salvezza raggiunta. Difficile, invece, è stato sostenere questa squadra per tutto il campionato. Non tutti l’hanno fatto e chi c’è stato per tutta la stagione, comunque, spesso non ha vissuto momenti di euforia. Alla fine, però, “a facci de’ cucchi”! Lo ha detto l’amato-odiato Lo Monaco. Alla faccia di tutto e tutti, aggiungiamo noi.
Stagione strana, ambigua, sofferta. Un inizio di campionato che ha fatto registrare una disaffezione del pubblico catanese per la propria squadra, conseguenza dell’assenza degli ultras nelle curve e del gioco spumeggiante della scorsa stagione con Mihajlovic, nonché di tanti altri piccoli fattori che hanno logorato fortemente l’affetto di molti tifosi.
Per quasi tutto il girone d’andata andare allo stadio non aveva lo stesso sapore di sempre: niente striscioni, niente coreografie, niente bandiere, pochi cori. Non si notava granché la differenza tra vedere la partita al campo e guardarla in tv. Il gioco, poi, con Giampaolo latitava parecchio. C’è da ammettere che lui ha ottenuto i suoi risultati, le sue vittorie; il calcio, però, per fortuna non è (ancora) solo business, ma ha in dote una buona quantità di spettacolo. E non è stato un caso, dunque, che appena iniziato il girone di ritorno le chiavi dello spogliatoio siano state affidate a Simeone.
Nel frattempo sono tornati gli ultras (quelli della Curva Nord), sono arrivati tre giocatori che poi sarebbero risultati determinanti e nel giro di alcune settimane sono iniziati ad arrivare anche i primi punti, cosicché un po’ di entusiasmo è stato recuperato, insieme a qualche migliaia di biglietti. La svolta, certamente, è stata la partita con il Lecce, quando da bordate di fischi si è passati all’estasi nel giro di due tiri di schioppo, o meglio, di due tiri di Lodi. Poi altri successi, altri punti, fino alla gara con il Palermo, strana ma memorabile. Coreografie (finalmente anche la Nord, dopo quattro anni) e tifo come non ce n’erano da tempo, un risultato che resterà negli annali e che ha regalato un’ampia fetta di salvezza.
Oggi si festeggia la sesta stagione consecutiva in Serie A. Molti non lo ricordano (io no di certo perché ancora non c’ero), ma il Catania solo un’altra volta è stato così tanto tempo nella massima serie. E sono passati cinquant’anni! Forse, nonostante i disappunti, le uscite fuori luogo di qualcuno, le sofferenze e le delusioni, un certo merito dovrebbe essere riconosciuto ad una società stabile, forte, che sta facendo enormi progressi per questi colori.
In tanti, dopo i primi anni di entusiasmo, sono tornati a simpatizzare per le “grandi”. Ma con la squadra della propria città in serie A – memori di anni e anni in cui del Catania si leggeva sporadicamente nei giornali, relegato nelle ultime pagine dedicate alle serie inferiori – un po’ di interesse, rispetto e passione in più sarebbero opportuni. Del resto, ogni anno questa squadra ha regalato momenti indimenticabili: la salvezza con il Chievo; la salvezza con la Roma; il derby dello 0-4; il 3-1 sull’Inter; il derby di quest’anno. Insomma, non è poi così vero che il Catania non regala gioie (come dicono alcuni)!
Festeggiamo, dunque, e restiamo sul carro anche quando non si è sempre vincitori. Del resto il calcio è fatto di successi (rari) e sconfitte (tante) e questi colori, ultimamente, di gioie che distolgano dai problemi personali quotidiani ne hanno regalati tanti. Buona Serie A a tutti e forza Catania. Sempre.