Truckday, la protesta dei Tir arriva a Catania

Una denuncia in coro che attraversa lo Stivale, da Milano a Catania, passando per Roma e Napoli, per difendere e rivendicare i diritti di un settore cardine dell’economia nazionale: l’autotrasporto. In occasione del Truckday, l’appello dell’associazione Transfrigoroute Italia Assotir è arrivato forte e chiaro anche nella provincia etnea, dove questa mattina – 9 aprile – il vice prefetto Angelo Sinesio ha ascoltato le richieste di una delegazione guidata dal vice presidente nazionale di Assotir e presidente di Transfrigoroute Italia Giuseppe Bulla, e composta dai due presidenti provinciali Assotir Catania e Ragusa Santo Zuccaro e Marcella Caruso e dall’imprenditrice siciliana nonché membro del direttivo regionale Assotir Concetta Fragapane.

«Abbiamo voluto manifestare in via Etnea con i tir in sosta, senza creare disagi al traffico cittadino – ha spiegato Bulla – perché quello che cerchiamo è un dialogo costruttivo con le nostre istituzioni, rivendicando la giusta tutela per le imprese del settore e di concerto porre fine allo strapotere della committenza privata, che viola i diritti degli autotrasportatori, mettendoli con le spalle al muro».

Crisi economica, aumento dei prezzi del gasolio, dei pedaggi e delle polizze assicurative, ritardo nei pagamenti, mancata garanzia dei costi minimi di sicurezza: sono queste alcune della “note dolenti” che portano al collasso il sistema dell’autotrasporto e che sono riportate nel documento consegnato ufficialmente questa mattina al vice prefetto Sinesio che, preso atto della gravità e dell’emergenza di una risoluzione, ha sottolineato «l’attenzione che la Prefettura ha sempre riservato alla categoria, spesso penalizzata. Dal canto nostro operiamo per ristabilire il giusto equilibrio tra pubblico e privato: in questa direzione abbiamo promosso un Osservatorio sulle truffe assicurative che lavorando ad ampio raggio vuole tutelare tutte le categorie coinvolte, quindi anche quella degli autotrasportatori. Il documento che ricevo oggi – ha affermato – verrà trasmesso ai ministeri coinvolti e a tutti gli organi competenti».

«Occorrono regole efficaci  – ha continuato Bulla – che assicurino un effettivo ristoro dei costi sostenuti dalle imprese per lavorare in sicurezza e con la dovuta trasparenza nell’impiego della manodopera, degli orari di guida e di riposo degli autisti; della manutenzione ed efficienza dei veicoli». Dunque più trasparenza, più supporto alla categoria, più democrazia: «Occorre varare una riforma – si legge nel documento – che addossi alla committenza le responsabilità che le competono nell’affidamento dei servizi di trasporto, obbligandola a dimostrare tramite il Durt (Documento unico di regolarità del trasporto) di aver rispettato i costi minimi di sicurezza, come condizione per accedere ai benefici fiscali, finanziari e contributivi».

Viene anche rivendicato «un meccanismo di calcolo dei costi minimi basato su una corretta valorizzazione delle diverse voci a seconda del tipo di trasporto, delle merci, dei servizi accessori, della durata e della qualità del rapporto con il committente». E ancora, «l’obbligatorietà di un decreto ingiuntivo immediatamente esecutivo, emesso dal magistrato, nel caso di pagamenti dei servizi di trasporto ritardati oltre i 90 giorni. Infine, tra le richieste, quella di chiudere le porte alle imprese che non dimostrano di avere i mezzi tecnici necessari, impedendo loro di stipulare contratti di trasporto e di modificare le norme di accesso al mercato per evitare fenomeni di falsa cooperazione dove si annidano forme nuove di sfruttamento e di intermediazione», concludono i membri Transfrigoroute Italia Assotir.

 

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