Quando, intorno all’80°, il pubblico del Massimino ha iniziato a scandire i passaggi con una serie infinita di “olè”, probabilmente si è toccato l’apice dell’euforia. Ma tutta la giornata è stata un crescendo di emozioni; forse conviene partire dall’inizio…
Catania-Palermo inizia presto per molti. Ore 12,30: nei pressi dello stadio è già un flusso incessante di tifosi, addobbati di sciarpe, magliette, bandiere e striscioni rossazzurri. Il clima è entusiasmante, l’attesa è spasmodica, quasi fosse una partita promozione o uno scontro salvezza. In una piazza come Catania un’atmosfera del genere dovrebbe esserci spesso, ma da un po’ di tempo non è proprio così. Questa partita, però, è un’eccezione all’andamento di quest’anno. Si spera, anzi, sia un punto di svolta.
Tutto esaurito; entrati all’interno dello stadio si capisce che c’è qualcosa di particolare: gli ultras sono già nella Curva Nord e preparano la coreografia. Fantastico, al solo pensiero di rivivere una coreografia in curva, dopo ben quattro anni, si trepida come bambini. C’è anche un enorme striscione, “Per l’onore di Catania”… speriamo di portarlo alto davvero ed in modo genuino.
Alle 14 lo stadio è già quasi pieno (e pensare che di solito a quell’ora si inizia a vedere qualche spettatore!). Già si canta, ovviamente si susseguono i cori anti-Palermo indirizzati alla prima sparuta rappresentanza di tifosi rosanero entrati nel settore ospiti. Dovrebbero giungerne circa 400, buona parte donne, a riaccendere un derby rimasto per troppo tempo senza tifosi avversari. Storia nota, storia vecchia. Gli elicotteri sorvolano l’impianto, quasi a volercela ricordare. Ma oggi il clima è di festa, su entrambi i versanti.
Ore 14,25: entra tutta insieme la maggior parte dei tifosi ospiti. Emozione pazzesca: tanto odiati (sportivamente parlando), eppure tanto indispensabili perché sia un vero derby. Iniziano gli sfottò, si salta, si suda, sotto un sole più che primaverile. Bordata di fischi per i giocatori palermitani scesi in campo per il riscaldamento, applausi scroscianti per i rossazzurri.
Tantissimi gli striscioni – e molti non sono stati fatti entrare perché “offensivi”, anche se riteniamo che molti di questi non avevano alcunché di ostile. Tanti anche i bandieroni in curva, come non se ne vedevano da anni; peccato per quella striscia di gradini vuoti dall’altro lato dello stadio, segno dell’assenza degli ultras della Sud.
È comunque una festa, all’ingresso in campo le due tribune sfoggiano delle coreografie spettacolari e pochi istanti dopo si sollevano anche i cartoncini della Nord, a costruire un grande “1946” ed un’esplosione di rossazzurro, mentre nel settore ospiti compaiono tanti palloncini rosanero. Bello, bello davvero. Sono in tanti a dire che uno spettacolo del genere mancava e poterlo riapprezzare è davvero appagante.
Il primo tempo scivola via senza tanti sussulti; ciò che non manca è l’incitamento del pubblico, davvero incessante. L’intervallo vola tra un sorso d’acqua e due battute, giusto per rifiatare un po’.
Si ricomincia… e la musica cambia. Al 3° Lopez crossa, l’acciaccato Balzaretti appoggia male di petto al portiere e la palla entra, spinta – solo con gli occhi – da Lodi, che però va ad esultare come un dannato come se l’avesse toccata lui. Lo stadio esplode!
Pochi minuti dopo raddoppia Bergessio: bel gol, scattato sul filo del fuorigioco su un passaggio geniale di uno strepitoso Ricchiuti (tutti in piedi per lui al momento della sostituzione).
Passa poco e si triplica, dopo una galoppata di Schelotto e un tiro sporco di Lopez, Ledesma è bravo a mettere dentro. Esultanza polemica, ci sta; speriamo serva per risvegliarlo. Chi di certo non dorme è però il pubblico: il Cibali è davvero una bolgia, ormai la partita è in cassaforte e l’obiettivo diventa salvaguardare i tre gol di vantaggio per replicare al 3-1 dell’andata.
In realtà si va ben oltre: il neo-entrato Pesce scavalca con un sontuoso pallonetto il malcapitato Sirigu. Lo stadio “crolla”, è un’estasi. Il settore ospiti inizia a svuotarsi, mentre, come detto, iniziano gli “olè” che accompagnano fino alla fine della gara.
Si è stanchi, ma davvero. Però felici. Felici di aver vissuto una giornata di sano sport, di sana rivalità, di sano tifo, di sana euforia. Si spera che sia la riconciliazione definitiva con la squadra ed il passo decisivo verso una sofferta (e quest’anno anche bruttina) salvezza.
4-0! Leggerlo fa ancora impressione…
FOTO: CalcioCatania.com