Alla scoperta del Mizu Ryu

Il Mizu Ryu è una elaborazione ed una sintesi di varie arti marziali e di svariati stili di Ju-Jitsu. Ne abbiamo parlato con Cosimo Costa, Maestro di Ju-Jitsu (8° Dan), responsabile della selezione nazionale di Ju-Jitsu dello C.S.A.IN. (Centri Sportivi Aziendali e Industriali) e ideatore dello stile Mizu Ryu.

Cos’è il Mizu Ryu?

«Il Mizu Ryu è un metodo efficiente e completo di difesa personale, una “educazione motoria” delle arti marziali. Per capire bene cosa sia, però, dobbiamo prima spiegare cosa sia il Ju-Jitsu…».

Va bene, ci dica…

«Il Ju-Jitsu, la “Dolce Arte” o “arte della cedevolezza”, è una delle più antiche arti marziali di origine giapponese, progenitrice del Judo, di alcuni stili di Karate, dell’Aikido e di altre discipline più o meno note. Esso identifica il modo di utilizzare il proprio corpo come arma in un combattimento con o senza armi. Naturalmente esistono più scuole (“Ryu”) di Ju-Jitsu, che prendono il nome del fondatore, della regione, della parte del corpo o dell’arma utilizzata. La sua origine si perde nella notte dei tempi. Anticamente le tecniche venivano tramandate oralmente ed in gran segreto, in genere da padre in figlio; ciò ha però comportato che molte di esse siano scomparse nel corso del tempo. Ciascuna scuola ha differenze etiche, morali e a volte sostanziali».

E dunque quando nasce, e perché, il Mizu Ryu?

«Il Mizu Ryu è nato, circa 25 anni fa, dall’esigenza di creare uno stile completo ed efficace di Ju-Jitsu, cercando di sopperire alle mancanze dei vari stili della Dolce Arte, deficitarii ora di uno, ora di un altro aspetto; inizialmente si chiamava “J.J. – Stile Mizu Ryu”, per poi diventare solamente “Mizu Ryu”.

Esso permette di acquisire determinazione e sicurezza, consentendo di sopperire alle differenze morfologiche e di modulare l’intensità della risposta, affinché sia sempre proporzionale all’attacco ricevuto».

A chi è rivolto?

«Grazie alla varietà di tecniche può essere praticato senza limitazioni di età, sesso, peso e prestanza fisica. La nostra attività si concentra soprattutto sui bambini, cercando di fornire le capacità motorie e mentali nell’età dello sviluppo».

Dove si pratica in Sicilia?

«Vi sono diverse palestre (Dojos), sparse un po’ in tutto il territorio isolano: Catania (anche al CUS), Giarre, Acireale, Roccalumera, Valderice, Adrano, Castellana Sicula, Ragusa, solo per citarne alcune».

Cosa succede a giugno a Kastalia?

«A Kastalia, dal 2 al 5 giugno ci sarà uno stage internazionale di Ju-Jitsu e Mizu Ryu (“Budo Sans Frontieres 2011”), con maestri provenienti da Italia, Spagna, Svizzera e Francia, ricco di dimostrazioni e spettacoli; vi sarà inoltre un torneo internazionale di Randori (che è la specialità sportiva del Ju-Jitsu). Sarà un evento importantissimo, tanto che vi è già il tutto esaurito!»

Che cos’è, invece, il P.I.D.?

«Il Progetto Integrato di Difesa, che nasce da un’idea mia e del Prof. Fabio Cavallaro, è un nuovo modo di concepire l’autodifesa; consiste nell’evitare situazioni pericolose, cercando prima di tutto di riconoscerle. È quindi necessario agire sui comportamenti umani propri e degli avversari, per controllare le reazioni corporali dovute a stress, ansia e paura. Dunque prevenzione e, eventualmente, difesa attiva. Insegna strategie e movimenti ed educa il corpo ad avere risposte proattive – che sono dominabili e frutto della propria intenzione – e non reazioni – che invece sono incontrollabili e negative. È pertanto un’attività fondata sull’armonia mente-corpo, utile anche nel quotidiano».

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