“Diplomifici”, commissioni d’esami non proprio “trasparenti”, studenti raccomandati. E’ accaduto questo e molto altro in passato all’istruzione italiana, soprattutto al Sud. Si è, però, sempre trattato di problemi e di frodi che erano penetrate nel sistema dall’esterno, di questioni, quindi, risolvibili tramite strumenti legali e ricorsi di vario genere.
Il problema che sta vivendo, invece, la Facoltà di Scienze della Formazione di Catania in questi giorni non deriva dall’esterno, non è uno studente raccomandato, né una commissione corrotta. E’ un problema strutturale, intrinseco nel sistema accademico stesso.
In base a quanto sostiene l’Unione Nazionale Consumatori (UNC), negli ultimi mesi quest’ultima ha ricevuto diverse segnalazioni dagli studenti del corso di laurea triennale “Educatori dell’Infanzia”. Gli studenti lamentano unanimi che da quando è entrata in vigore la riforma degli ordinamenti universitari, la loro facoltà sta vivendo incredibili mancanze e inaccettabili disservizi, al punto da esser stato radicalmente modificato il loro piano di studi.
Le situazioni che si vengono a creare vedono giovani laureati pronti per insegnare, ma costretti a dover sostenere un altissimo numero di esami in più per veder riconosciuto il loro titolo, altrimenti inutile. Spesso, inoltre, è necessario per gli studenti spostarsi verso altre regioni dato che nessun altro Ateneo siciliano è compatibile ad integrare le restanti materie.
Come anche sottolineato dal Presidente dell’UNC, Massimiliano Dona, «E’ davvero incredibile e inaccettabile che una Università non garantisca minimamente quegli sbocchi occupazionali che formalmente assicura a tutti gli studenti».
Le difficoltà a cui vanno incontro le future maestre e i futuri educatori del nostro paese sembrano riflettere emblematicamente il difficile periodo che sta vivendo l’istruzione pubblica italiana, sempre meno finanziata e sempre più bistrattata.