Perché il 17 marzo non è (e non sarà) il 4 luglio?

Il 25 aprile è Festa Nazionale. Il 1° maggio è Festa Nazionale. Il 2 giugno è Festa Nazionale. Il 17 marzo è Festa Nazionale, ma solo “una tantum”: quest’anno scuole e uffici chiusi, l’anno prossimo e i prossimi ancora – sembra – no.

Eppure da molti anni ci sono molti che, magari a mezza voce, contestano il 25 aprile, Festa della Liberazione dal regime fascista. Lo contestano, magari non apertamente, ma sostengono che andrebbe quanto meno rivisto lo spirito, ridiscusse le modalità, in certi casi si chiede di rileggere la storia o almeno il contesto.

Tutto questo perché il 25 aprile è la Festa dell’Italia partigiana e antifascista, sentimenti che col tempo – e con questa maggioranza politica (la stessa che consente ad una sua parta importante di sbeffeggiare la nostra bandiera e il nostro inno nazionale) – qualcuno sta provando ad affievolire.

E lo stesso qualcuno da qualche tempo ha cominciato ad attaccare anche la Festa della Repubblica, il 2 giugno, dicendo che oltre 60 anni di Repubblica hanno portato, quanto meno nei suoi primi quarant’anni, solo malaffare e corruzione. E ci stanno provando anche col 1° maggio (“qualcuno” ha detto che la Festa del Lavoro andrebbe celebrata lavorando di più), considerato un retaggio di quella stessa Italia partigiana e antifascista che c’è la tentazione di volere cancellare definitivamente e per sempre.

Visto che in questo giornale amiamo essere “interferenti” ecco la nostra proposta: va bene! Se volete, cancellate pure il 25 aprile, il 1° maggio e il 2 giugno. Ma in cambio restituiteci il 17 marzo.

Qualcuno ci spieghi perché dal 1862, la data del 17 marzo non è diventata per gli Italiani quello che il 4 luglio è per gli americani (già! viene in mente che gli Usa sono uno stato federale, ma nessuno in America sfotte la bandiera o l’inno…) o il 14 luglio per i francesi.

Il 17 marzo del 1862 cadeva il primo anniversario dell’Italia Unita. Siamo abbastanza ignoranti (nel senso che ignoriamo) da non essere in grado di dire se ci fu qualche tipo di celebrazione. Quello di cui siamo certi è che, ad esempio, il 17 marzo 1961 si festeggiò in qualche modo il centenario, ma non venne indetta alcuna Festa Nazionale definitiva.

Perché il 17 marzo non è la Festa degli Italiani uniti? Perché ci siamo lasciati sfuggire l’unica, vera occasione di dare agli italiani una data-simbolo. Provate a pensare se il 17 marzo fosse stato celebrato tutti gli anni, per 149 anni, quale significato avrebbe avuto per tutti (tutti! Anche quelli che oltraggiano la bandiera e l’inno) questo importante traguardo che stiamo celebrando il 17 marzo 2011.

Ps

ecco cosa ha battuto l’Agenzia Ansa il 22 marzo: Maggioranza battuta al Senato in commissione Affari costituzionali sul decreto che istituisce il 17 marzo come festa dell’Unita’ d’Italia. Con 9 voti a favori (Pd e Idv) e 8 contrari (Pdl, Lega e Coesione nazionale) e’ passato un emendamento che fissa la data come giorno dell’Indipendenza da celebrarsi ogni anno, senza però effetti civili. In occasione di questa giornata, inoltre, Regioni, Province e Comuni promuoveranno iniziative volte alla sensibilizzazione sul valore storico, istituzionale e sociale dell’unità della nazione e della indivisibilità della Repubblica. Anche le scuole saranno chiamate ad approfondire questi temi. (ANSA)

Significa che la Festa Nazionale del 17 marzo è stata istituita ma che ci vorranno improbabili rovesci alla Camera e al Senato perché questa norma sia approvata definitivamente. “Senza effetti civili”, inoltre, significa che quel giorno scuole e uffici saranno regolarmente aperti.

 

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