Sul tetto di Cadice

In Italia si sale sui tetti delle università e dei monumenti. Gli studenti, novelli Messner, conquistano le vette per guadagnare un po’ di visibilità, una nuova forma di protesta che sembra avere un’eco maggiore rispetto alle manifestazioni degli ultimi anni. Da tempo, i giovani tentano di dare un segnale forte al governo per far capire che andando avanti così le riforme rischiano di affossare l’istruzione terziaria. Come si è protestato contro la riforma che ha portato all’esperienza fallimentare del 3+2 e contro i tagli sempre più forti, ora l’agitazione è per il testo del d.d.l. firmato dal ministro Gelmini (25 articoli su riorganizzazione, riconoscimento del merito e lotta al baronato), che domani passerà al vaglio della Camera.

Gli studenti sul tetto della facoltà di lettere e filosofia di Cadice

Nell’ultima settimana, è arrivato molto forte il segnale che tutto il mondo universitario è contro una riforma che, malgrado i buoni propositi, aumenterà la pressione delle aziende negli organi decisionali degli atenei, accrescerà i poteri dei rettori e renderà la vita difficilissima per i ricercatori. Oggi la protesta si è allargata a tutti gli studenti italiani all’estero, che hanno solidarizzato con i colleghi rimasti in patria. Tutto è partito da un evento su Facebook, che si è poco a poco allargato a macchia d’olio trovando l’adesione di oltre un migliaio di persone sparse per l’Europa, principalmente Erasmus.

Da Granada, il centro universitario più attivo e frizzante dell’Andalusia, nonché con la maggior presenza d’italiani, arriva l’invito per i colleghi di Cadice (circa 500 studenti Erasmus, ma qui gli italiani sono meno numerosi di tedeschi e francesi). Ci si organizza con poco: passaparola, inviti sull’immancabile social network, ma anche si tenta di coinvolgere i nuovi amici europei. «Ci siamo riuniti – spiega a tutti Luigi, studente di archeologia dell’universita di Bari – per solidarizzare con i compagni in Italia, che da giorni protestano contro il disegno di legge della Gelmini e per dire che l’università che ci stanno preparando per quando torneremo a casa non va bene».

Alla fine, in 12 si ritrovano all’ingresso della facoltà di Lettere e filosofia, provenienti da tutto lo stivale e anche da Francia, Germania e Russia. In Italia si va sui tetti, in Spagna non si può essere da meno, malgrado il freddo e il vento: è così che lo striscione “Paramos la fuga de cerebros, no al DDL Gelmini, Erasmus italianos Cádiz” viene esposto su un cornicione. È una manifestazione poco più che simbolica, sostenuta con simpatia anche dal personale dell’ateneo gaditano in agitazione per i tagli annunciati dal governo spagnolo, ma che vuole sostenere una causa che anche a chi vive lontano sta molto a cuore.

Roberto Quartarone

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