Grace Bumbry, Lella Cuberli, Quirino Principe: due leggende viventi dell’arte lirica affiancate ad un intellettuale di primissima grandezza, libero e controcorrente. Questa la triade dei premiati che animerà la venticinquesima edizione del prestigioso “Bellini d’Oro”.
La Scam (Società Catanese Amici della Musica), che promuove e organizza l’evento, iscrive la premiazione in una proposta culturale e artistica mirata a coniugare belcanto, spettacolo e approfondimento storico-scientifico, secondo una progettualità cara al suo presidente Antonio Maugeri.
La manifestazione – patrocinata da Regione (Assessorato Turismo, Sport, Spettacolo), Provincia Regionale (Assessorato Politiche Culturali) e Comune (Assessorato Turismo, Sport, Politiche Scolastiche) – è realizzata dalla Scam in sinergia con il Teatro Massimo Bellini, che sabato 2 ottobre (ore 18, ingresso libero) ospiterà l’atteso appuntamento.
L’accostamento Bumbry-Cuberli-Principe si fonda su motivazioni di ordine esegetico, legate a quel capolavoro del teatro musicale che è “Norma”. La coppia Bumbry-Cuberli ha interpretato, per la prima volta in epoca moderna, l’originale versione concepita da Bellini nel 1831 per due soprani, finalmente ripristinata nel 1977 al Festival di Martina Franca da Rodolfo Celletti, illuminato direttore artistico. La differenziazione dei ruoli non punta sul diverso registro (soprano-mezzosoprano) come è ormai invalso nell’uso, ma sul colore timbrico: brunito e drammatico per Norma, più chiaro per la giovane Adalgisa.
Vanto della Scam è avere affidato a Quirino Principe la prima traduzione in epoca moderna della desueta fonte letteraria francese cui s’ispirò il poeta Felice Romani per il libretto, ossia la tragedia in cinque atti “Norma ou l’infanticide”. Testo subito amato da Romani.
Ad illustrare più approfonditamente i “crediti” dei premiati sarà l’autorevole Giorgio Gualerzi, storico della vocalità. Grace Bumbry, la Venere “nera” di Saint Louis, è infatti una delle rare interpreti ad avere rivestito entrambi i ruoli di Norma e Adalgisa; nordamericana e bellissima è anche la belcantista Lella Cuberli, insuperata Giulietta nei “Capuleti”.
L’universo belliniano è altrettanto caro a Quirino Principe: giova ricordare almeno il volume intitolato ad un altro capolavoro, “La sonnambula”, una guida all’ascolto in cui lo studioso goriziano cesella in appendice la traduzione dell’omonima comédie-vaudeville di Scribe e Delavigne. Una vocazione irresistibile, la sua, risalire alle insondabili sorgenti della creazione.