Ieri si è spento a 79 anni Carlo Molon, terzino del Catania che nell’immediato dopoguerra tornò in Serie B dopo lo spareggio contro l’Avellino.
TERZINO. Carlo Molon (1928-2008) con la maglia rossazzurra [La Sicilia]. |
Nato proprio nella città etnea nel 1928, Molon esordì in Serie C a diciotto anni con la maglia dell’Acireale. Era il campionato 1946-47 e la squadra allenata da Luigi Bertolini si classificò settima. Il terzino siciliano fu allora notato dal Catania Calcio, anch’esso in Serie C, e passò alle dipendenze di Santi Manganaro-Passanisi.
La prima stagione in rossazzurro fu sicuramente la più positiva. Titolare in coppia con il capitano Salvatore Mirabella o con Efeso Giannoni, il difensore esordì alla terza giornata, durante la vittoria per 1-0 in casa dell’Arsenale di Messina. Giocò un totale di 22 gare, comprese quelle finali per la volata a due con la Reggina per la promozione in B. La squadra però non arrivò nella serie cadetta, a causa della riforma dei campionati.
Molon fu messo da parte nella stagione successiva. Giovanni Degni non lo considerò, mentre Joszef Banas lo ripescò in seguito, impiegandolo come centromediano o anche mediano destro. Non fece parte della disastrosa spedizione di Milano, quando i rossazzurri si giocarono la Serie B allo spareggio contro l’Avellino e persero sul campo, ottenendo però il 2-0 a tavolino dal giudice sportivo.
Carletto Molon esordì poi in Serie B il 18 dicembre 1949, in Catania-Salernitana 1-0. Anche nel primo campionato in serie cadetta il nuovo allenatore Magnozzi l’aveva lasciato ai margini della prima squadra, mentre Laszlo Klein si era occupato del suo reinserimento. Alla fine, furono 16 le presenze, quasi esclusivamente come terzino sinistro. Ancora titolare a singhiozzo nel 1950-51 con Lajos Politzer e Nereo Marini in panchina, Molon preferì scendere in Serie D con la Pro Enna e successivamente vestire la maglia del Gela per trovare spazio da titolare.
Dopo il ritiro, Molon lavorò come informatore farmaceutico. Il suo ex compagno di squadra Gianni Prevosti l’aveva definito: «Asciutto, magro come un chiodo, era un tipo molto simpatico. Una volta mi ricordo che volevamo invitarlo al ristorante: lui ci disse che come sempre avrebbe mangiato solo verdure!».
Roberto Quartarone