Inceneritori e termovalorizzatori

Gli inceneritori sono impianti attraverso i quali è possibile smaltire rifiuti, per la maggior parte solidi urbani, mediante l’incenerimento degli stessi. I termovalorizzatori, detti anche “inceneritori con recupero energetico”, riusano l’energia ricavata dall’incenerimento dei rifiuti al fine di produrre combustibile per il riscaldamento ed energia elettrica, seppur con rendimento basso.

tratto da it.wikipedia.org.jpgNonostante lo Stato Italiano classifichi gli inceneritori come “produttori di energia rinnovabile”, violando le norme europee, l’impatto ambientale ed ecologico di questi impianti non è indifferente, in quanto emettono nell’aria delle sottili polveri che si manifestano nocive sia a causa della finissima dimensione che dei materiali di cui sono composte, fra cui idrocarburi policiclici, benzene, diossina, metalli pesanti.

Al fine di ridurre l’emissione di sostanze nocive nell’aria, i moderni impianti di incenerimento, sono muniti di appositi sistemi multi-stadio di filtraggio, che hanno il compito di eliminare gli agenti inquinanti sia chimici che solidi, che compongono i fumi. In Italia lo smaltimento dei rifiuti per mezzo dei termovalorizzatori non si è ancora molto diffuso, anche a causa degli effetti tossici che si potrebbero manifestare sulla popolazione a lunga distanza. In Italia sono presenti 50 impianti, situati prevalentemente nelle regioni del nord, che statisticamente trattano circa 3.488.776 tonnellate di rifiuti all’anno.

Gli impianti di incenerimento dei rifiuti più diffusi si avvalgono della tecnologia a “griglia”, mediante la quale i rifiuti vengono inceneriti attraverso sette fasi fondamentali.

1. I rifiuti, opportunamente raccolti dalle zone di giacenza nel territorio extraurbano, vengono depositati, in attesa della combustione, presso gli inceneritori in aree adeguate munite di sistemi di aspirazione, per evitare la dispersione dei cattivi odori. Talvolta prima di essere spostati al forno, i rifiuti vengono selezionati, separando quelli metallici e minerali da quelli potenzialmente combustibili, in modo tale da ottenere una potenza combustibile maggiore.

2. I rifiuti vengono caricati per mezzo di una gru nel forno, all’interno del quale viene forzato l’ingresso dell’aria, sì da migliorare la combustione. La temperatura raggiunta durante la fase di combustione è dell’ordine di circa 1000°C.

3. Grazie alle alte temperature raggiunte, si ha la produzione di vapore, ottenuto dalla vaporizzazione dell’acqua contenuta in una caldaia posta a valle dell’impianto.

4. Il vapore generato viene convogliato presso una turbina che azionandosi converte l’energia termica in elettrica.

5. Le scorie che resistono alla combustione, vengono convogliate presso una vasca ripiena d’acqua e lasciate raffreddare per poi essere opportunamente trattate presso discariche speciali.

6. I fumi derivanti dal processo vengono trattati mediante appositi filtri al fine di renderli il meno nocivi possibili.

7. Le ceneri residue dal processo di combustione vengono spostate in discariche speciali, idonee per il loro trattamento.

Carmelo Mirko Musumeci

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