Giovanni Falcone: l'uomo che col suo sacrificio ha condotto alla consapevolezza che la mafia si può sconfiggere

Il palinsesto Rai ha dedicato in prima visione due puntate, il 2 e il 3 Ottobre, alla tragica vicenda del magistrato Giovanni Falcone assassinato dalla mafia. Interpreti, un eccezionale Massimo Dapporto nei panni del giudice Giovanni Falcone, Elena Sofia Ricci nel ruolo della moglie Francesca Morvilio, Emilio Solfrizzi per il magistrato Paolo Borsellino ed infine Francesco Pannofino (Tommaso Buscetta), Piero De Silva (il giudice Giuseppe Ayala), Carlo Cartier (Rosario Lo Monaco), David Coco (Ninni Cassara’) e Paolo Briguglia nel ruolo di Zucchetto. Le riprese si sono svolte tra Roma, Palermo e New York, ricostruendo con fedeltà ed estrema attenzione la storia del giudice che costituì un cardine nella lotta alla mafia. Uomo d’acume, Falcone aveva intuito che la “Mafia”, “Cosa nostra” in realtà, ha una struttura piramidale, ove i diversi clan eleggono i propri capi, gli “uomini d’onore” che a loro volta fanno parte di un consiglio decisionale, con un’organizzazione complessa ed articolata. Convinzione che fu confermata dalle rivelazioni del pentito Tommaso Buscetta e che condusse alla realizzazione di un maxi processo, il primo a Palermo nella storia, che si concluse con una sentenza di condanna a Cosa Nostra dopo 22 mesi di udienze e 36 giorni di riunione in camera di consiglio; l’ordinanza di rinvio a giudizio per i 475 imputati era stata depositata dall’Ufficio istruzione agli inizi di novembre di due anni prima. Una sentenza della Corte di Cassazione del 1992 confermò quindi la responsabilità dei componenti della “cupola” per quei delitti compiuti dagli associati, che presuppongano una decisione al vertice, accogliendo le risultanze a cui aveva condotto il lavoro di anni dell’Ufficio istruttoria, da cui prenderà avvio la Procura Distrettuale antimafia e per il quale furono uccisi diversi magistrati del pool. Fu proprio il diverso modo di svolgere le indagini portato avanti dal giudice Falcone, con lo sviluppo delle collaborazioni tra Procure che condusse alla istituzione di una Procura nazionale antimafia con sede a Roma e con funzioni di coordinamento delle Procure distrettuali competenti per i delitti di criminalità organizzata radicate nel territorio.

Falcone dunque uomo di grande onestà ed intelligenza, ma anche di forte integrità morale; conscio della convinzione per cui ” A Palermo, se si resta soli, si muore”, fece propria una citazione di J.F.Kennedy che a pieno sintetizza la sua “missione”: “Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni.
Questa è la base di tutta la moralità umana.”

Falcone, un uomo a cui la Sicilia sarà in eterno grata per il sacrificio che ha condotto alla consapevolezza che la mafia si può sconfiggere.

Marialaura Birgillito

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