Libero ADSL blocca peer-to-peer ?!?

Libero ADSL per garantire un servizio migliore ha deciso da tanto tempo ad inserire un speciale filtro che rallenta o blocca i programmi peer-to-peer (trasferimento di file tramite alcuni programmi come Emule o WinMX). La notizia però è diventata ufficiale, dopo alcune proteste, di alcuni clienti Wind Infostrada con abbonamento Libero ADSL.

Ecco la comunicazione tratta dal sito Libero.it:

Quality of Service (QoS) per un miglior utilizzo della banda larga

Libero applica una policy per il corretto utilizzo della banda larga (“fair use”) allo scopo di migliorare la qualità media del servizio a vantaggio di tutti i Clienti. Una politica che privilegia il traffico “conversazionale” (navigazione, posta, VoIP…) rispetto a quello generato da software di file sharing: ma solo negli orari di punta, solo se necessario e solo per le ADSL che non sono su rete di Libero.

Libero applica una policy di QoS per il corretto utilizzo della banda larga (“fair use”), allo scopo di migliorare la qualità media del servizio a vantaggio di tutti i Clienti.

Una applicazione molto diffusa in rete è il P2P o software di file sharing, che trasmette e riceve costantemente file di grandi dimensioni. Questo genere di attività utilizza molta banda ADSL, in entrambe le direzioni di invio e ricezione e può ridurre sensibilmente la velocità dei Clienti che usano altre applicazioni durante le ore di punta.

Iniziamo col chiarire che la policy di QoS adottata da Libero non blocca alcun tipo di traffico. Al contrario privilegia, solo in orari di picco e solo se si rende necessario, il traffico “conversazionale” (HTTP per la navigazione, RTP per il VoIP, i protocolli per la gestione della posta elettronica ecc…) rispetto al traffico generato da software di P2P o file sharing.
Fuori dagli orari di punta e quando non è necessario non è attiva alcuna policy di QoS.

Pensiamo che sia la politica più equa perché protegge la qualità del servizio per i nostri Clienti quando la maggior parte di loro usa l’ADSL e, allo stesso tempo, consente anche a chi fa uso di software molto “avidi di banda” di continuare a trasmettere e ricevere senza possibili rallentamenti fuori delle ore di picco.

La policy si rende necessaria in particolare per i Clienti la cui linea ADSL non è direttamente collegata alla rete di accesso di Libero e quindi dove i parametri di qualità non sono
completamente sotto il nostro controllo. In questi casi, infatti, negli orari di picco (tipicamente nel pomeriggio/sera dei giorni feriali) si possono verificare fenomeni di congestione.
Pertanto la policy di QoS non viene applicata ai Clienti che sono collegati direttamente alla rete d’accesso di Libero, sulla quale la banda disponibile è di gran lunga superiore al fabbisogno.

Infine, stiamo rilevando l’insorgere di alcuni disservizi, legati in particolare all’utilizzo del software “eMule”. Stiamo lavorando con il fornitore della tecnologia di routing (tecnologia che costituisce la base della policy) per risolvere tali problemi al più presto..

Dal sito Punto Informatico prendiamo una notizia su commenti dei clienti Wind:

C’è delusione e rabbia nelle parole di moltissimi utenti che da settimane stanno scrivendo a Punto Informatico ribadendo quanto già si può leggere su Usenet, ossia che la loro connessione ADSL con Libero-Wind si “pianta” quando utilizzano applicativi peer-to-peer.

“Scrivo – scrive Alessio D.L. – per segnalare uno scandaloso problema con la linea adsl Libero 4 mega flat dell’operatore telefonico Wind-Infostrada. Da qualche tempo a questa parte quando si usano software peer-to-peer la connessione risulta come “strozzata” e ciò comporta l’impossibilità di una normale navigazione web”.
“Da qualche mese a questa parte – ribadisce Emilio N. – la connessione risulta strozzata, in pratica appena si aprono dei programmi peer-to-peer, ossia per lo scambio libero di file personali e programmini gratuiti, tutto il traffico viene bloccato ed addirittura non si riesce a navigare”.

Le testimonianze dei molti che hanno scritto a PI sottolineano come chiudendo i software P2P la connessione torna a funzionare regolarmente, una particolarità segnalata anche sui numerosi siti che in questi giorni stanno dando voce alla protesta degli utenti.

A detta degli abbonati ai servizi di Libero, dunque, la mera attivazione di un programma P2P uccide la connessione, fatto che sembrerebbe contraddire le dichiarazioni che la stessa Wind rilasciò a Punto Informatico lo scorso novembre: “Da qualche giorno abbiamo attivato un engine che, in caso di traffico elevato, dà priorità a quello più prezioso per l’utenza residenziale: navigazione, posta, VoIP (…) a scapito del resto, per esempio del peer to peer. Però non credo che gli utenti possano protestare se, per un’ora al giorno, non riescono a scaricare gli MP3. Dopotutto, il regno del peer to peer è la notte, quando la banda è libera”. Parole, peraltro, che non sono piaciute ai molti che le citano in questi giorni, secondo cui sul peer-to-peer circolano moltissimi materiali del tutto legali. Ed è certamente vero che un numero sempre crescente di imprese si rivolge a protocolli come quelli usati in BitTorrent, per fare un esempio, per diffondere al meglio certi prodotti.

Di interesse segnalare come, secondo molti utenti, l’assistenza di Libero avrebbe in più occasioni negato l’esistenza di filtri antiP2P, una posizione a cui ora si allinea la dichiarazione sulla Qualità del servizio appena pubblicata dall’assistenza di Libero secondo cui il P2P non viene in alcun modo filtrato.

In tanti si appellano al contratto ADSL sottoscritto con l’azienda, un contratto che però negli allegati tecnici specifica come il servizio permetta: “http (navigazione WWW), e-mail (Electronic Mail basata su SMTP) sia POP3 che IMAP4, news (accesso ai News Group), ftp (trasferimento bidirezionale di file)”. Non viene invece elencato tra le funzionalità offerte il funzionamento delle piattaforme P2P, una clausola che qualcuno ipotizza Wind farà valere dinanzi alle contestazioni degli utenti che, come molti hanno dichiarato di voler fare, adissero le vie legali.

Il contratto stesso, nel caso in cui un utente voglia abbandonare Libero e passare ad altro operatore, assegna delle penali, in quanto ha una validità base di un anno.

Non è detto però che Wind in un eventuale giudizio intentato dai consumatori l’abbia vinta. C’è infatti chi ipotizza anche una violazione della privacy da parte dell’operatore dominante. “Queste limitazioni – scrive un lettore a Punto Informatico – vanno contro il libero uso che una persona fa della propria ADSL, e non per ultimo risulta infranto anche il diritto alla privacy, visto che analizzare il flusso dati di un cliente per capire quale programma è in esecuzione, e di conseguenza rallentarlo, è come spiare nella posta del vicino di casa”…

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